“Io dico che la Liguria è la nostra Scozia”. Pippo Civati, in un colloquio con La Stampa e col Secolo XIX, torna a parlare dei suoi futuri progetti politici, continuando lo scontro con Matteo Renzi.
Civati: “La nuova Cosa nascerà in Liguria”
“Un soggetto politico con modi e figure completamente nuove che lanci una sfida di modernità” è la nuova Cosa che Civati intende portare avanti come ideale prosecuzione di quella che è stata definita come “Operazione Pastorino”. Una formazione, quella che l’ex dem ha in mente, più vicina “su alcuni temi” al Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo che al Pd di Renzi.
Del resto, il parlamentare ha sottolineato ai microfoni del Secolo XIX come Genova sia stata per una città di buon auspicio per chi voleva inventare qualcosa: “Genova ha dato il nome ai jeans – ha spiegato – a un tipo di vela e a tante altre cose”.
Regionali, Civati: “Sarà una vittoria dimezzata”
Passando alle regionali, per Civati, il risultato che si prospetta è quello di una “vittoria dimezzata”. “Se vince Paita ci saranno le nuove larghe intese” mentre se vincerà “Pastorino, farà un governo di minoranza con chi ci sta”. E se esclude ogni ricucitura nel post voto anche se ha affermato che “bisognerebbe chiedere a Pastorino cosa vuole fare”, Civati torna ad attaccare chiaramente il Partito Democratico. “Un partito che è alleato con chiunque” ha affermato il parlamentare, sottolineando che l'”oceanico partito della Nazione, la Balena Bianca 2.0, in Liguria rischia di non prendere nemmeno il 3o%”.
Quindi, Civati risponde a Renzi, intervenuto appellandosi al voto utile e parlando di una “sinistra masochista”:”il potente premier, il faraone d’Italia che si appella al voto utile fa tenerezza” ha affermato il parlamentare chiedendosi “ma come? Prima ci considerava perdenti e inutili e adesso dice che senza di noi non vince?”.
Intanto, in casa dem, anche il vicepresidente della regione Claudio Montaldo si smarca da Raffaella Paita. Durante un’intervista a Repubblica, ha dichiarato che “farò il voto disgiunto”, scegliendo come “candidato presidente Luca Pastorino” e “il voto di lista lo darò al Pd”.
Ddl scuola: “I parlamentari vadano al Pantheon”
Se sulle regionali continua, dunque, la polemica con il suo vecchio partito, sul fronte del ddl scuola, Civati invita tutti i suoi colleghi ad andare al Pantheon, all’assemblea pubblica che i sindacati hanno indetto per le ore 16:30. “Sarebbe un modo per dire e ricordare a tutti che la scuola è da anni oggetto di riforme che l’hanno resa più povera, più fragile, meno pubblica, meno uguale” scrive il parlamentare sul suo blog, ricordando che la Costituzione afferma che deputati e senatori sono a servizio della Nazione, che “inizia proprio a scuola, dalla Scuola”.
Un tema, quello della scuola, che ancora fa agitare le acque in casa democratica. L’ex sottosegretario Stefano Fassina, intervenuto ad Omnibus, ha affermato che “senza correzioni alla legge sulla scuola, il mio passaggio nel Pd si conclude”. Il giovane turco, infatti, ha parlato di un “percorso che è molto compromesso” dalla “svolta in senso liberista sul lavoro, dopo i passaggi sulla democrazia che hanno avuto, per quanto mi riguarda, un segno plebiscitario”, affermando che “tanto Pd se n’è già andato”.
Anche Enrico Letta non lesina critiche, parlando di una riforma “partita con il piede sbagliato”, “fatta in maniera molto frettolosa”. “Le riforme vanno fatte per bene e la riforma della scuola a maggior ragione: perché essa interessa milioni di famiglie, di bambini, centinaia di migliaia di insegnanti. Non si può fare un pasticcio, perché un pasticcio sulla riforma della scuola ha degli effetti di lunga durata” ha, poi, concluso l’ex premier, intervenuto a Checkpoint.