Finlandia: l’ex “tigre del Nord”, stando ai dati pubblicati dall’ente di statistica nazionale, è in recessione.
Finlandia: l’ex “tigre del Nord”
Stando ai dati pubblicati da Statistics Finland – l’ente nazionale di statistica finlandese – il paese ha registrato nel primo trimestre del 2015 una contrazione del PIL dello 0,1%, già nel trimestre precedente l’economia di Helsinki era calata dell’0,2%; l’amara conclusione è che la Finlandia, la “tigre del nord”, da oggi può considerarsi ufficialmente in recessione (unico paese europeo oltre all’inguaiata Grecia – nel primo trimestre 2015 anche Italia e Spagna sono riuscite a fare di meglio).
Certo è che le diminuzioni del prodotto interno lordo sono minime, d’altra parte, si sta parlando di una delle economie tradizionalmente più solide dell’Unione Europea, anche se già da diversi anni in “stagnazione”.
Finlandia: oltre al danno, la beffa
Tra due settimane la Commissione Europea valuterà la possibilità di sottoporre a una verifica amministrativa i conti finlandesi cioè se aprire, o meno, una “procedura per deficit eccessivo”. Proprio la Finlandia, grande alleato della cancelliera Merkel sul fronte austerity, potrebbe trovarsi a dover pagare una multa, perché le sue finanze pubbliche non si trovano più in linea con gli standard europei.
La Finlandia al momento rappresenta quasi il 2% dell’intera economia europea; David Jolly sul New York Times ha fatto notare come ciò significa che “i suoi problemi, sono soltanto suoi”.
Finlandia: non solo Nokia
Nel 1998 il fatturato di Nokia rappresentava il 4% dell’intero PIL del paese. È possibile descrivere il declino della più famosa azienda finlandese, acquistata nel 2014 dalla Microsoft, con due parole: Apple e Samsung. Nokia ha perso il treno della rivoluzione “smartphone”, perdendo immensi profitti e determinando il licenziamento di tantissimi lavoratori ben pagati (il settore tecnologico impiegherà diverso tempo per “riassorbirli”).
Tra gli altri fattori che hanno influito negativamente sull’economia del paese non solo la caduta della domanda dei prodotti forestali, ovvero la carta (vedi il “treno perso” di cui sopra), ma soprattutto l’effetto boomerang delle sanzioni contro la Russia, il terzo partner commerciale della Finlandia, dopo Germania e Svezia.