Sospendere il conio delle monete da 1 e 2 centesimi. E’ questa la richiesta formulata dal deputato di SeL Sergio Boccadutri, e contenuta in una mozione approvata dall’Aula della Camera.
L’opinione del deputato vendoliano è molto chiara: “costano troppo e spesso si perdono, rendendo necessaria una nuova produzione”. E sciorina alcune cifre: “nel 2013 sono stati spesi 21 milioni di euro per farle”. Per non parlare dell’alto costo di gestione: “mettere insieme ed impacchettare un rotolo di 50 monetine da 1 cent costa ben 40 centesimi”. Senza dimenticare il costo di produzione, pari a 4.5 cents per le monetine da 1 e a 5.2 per quelle da 2.
Dinanzi a queste cifre, la battaglia per l’abolizione sembra legittima, con un voto unanime e firme bipartisan alla mozione. Tuttavia, c’è chi non ci sta, come il 5 Stelle Manlio Di Stefano: “in questa fase di recessione la Camera si occupa dell’abolizione delle monetine”, aggiungendo con tono polemico “per il reddito di cittadinanza non c’è tempo, ma per queste cose sì”. Infine una frecciatina alla Picierno, protagonista nei giorni scorsi della polemica sulla spesa da 80 euro: “senza monetine non potrà più usufruire delle promozioni a 0,99 euro”. Ma in realtà anche il Movimento ha votato “sì” all’abolizione.
A chi prevede come conseguenza dell’abolizione una spirale inflazionistica, Boccadutri risponde: “Finlandia e Paesi Bassi lo hanno già fatto, senza ripercussioni”. E prevede già un piano per ricollocare i risparmi: “i 21 milioni risparmiati dalla produzione delle monetine possono essere utilizzati per agevolazioni sulle partite IVA e finanziare corsi per gli specializzandi di medicina”. La palla passa al governo, chiamato a decidere su una mozione che, pur votata dall’Aula, resta non vincolante.
Emanuele Vena