Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Rodolfo Sabelli, dice la sua sul processo riformistico portato avanti dall’esecutivo Renzi. Con particolare riferimento agli interventi normativi nel settore giudiziario, Sabelli esprime un parere tutt’altro che entusiastico, marlando di “timidezza riformatrice” e di interventi spesso “incoerenti”, frutto di “scelte di compromesso nascoste dietro interventi deboli che troppo spesso hanno caratterizzato le decisioni adottate dalla politica”.
Sabelli spiega che il parere arriva in quanto “L’associazione non può esimersi dall’intervenire e dall’elaborare proposte che suggeriscano soluzioni ragionevoli”, trattandosi di temi “che toccano la qualità e l’efficacia della giustizia e le condizioni del suo esercizio, il nostro stato giuridico e le nostre prerogative”.
Giustizia e riforme, le critiche di Sabelli
Tra le critiche del leader dell’Anm, c’è quella sul “travagliato iter di approvazione dei disegni di legge su corruzione e prescrizione”, i quali presentano luci ed ombre, evidenziati da “interventi innovativi, ma anche segnali di arretramento, con il dibattito pubblico che insiste meno sull’azione di contrasto e più sulla riforma delle intercettazioni”, riducendo l’impegno verso la questione morale ed accrescendo la timidezza degli interventi normativi.
Intanto il 22 maggio Sabelli – insieme ad una delegazione composta anche da Valerio Savio e Maurizio Carbone, rispettivamente vicepresidente e segretario generale, nonché da un rappresentante per ciascuno degli altri tre gruppi rappresentati nel Comitato Direttivo Centrale dell’Anm – sarà ricevuto dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, per parlare delle disfunzioni che continuano ad affliggere il sistema giudiziario.