Un piano faraonico quello presentato dal Ceo (il capo) di Fiat Chrysler Automobiles (Fca), Sergio Marchionne, quest’oggi ad Auburn Hills (Michigan): 55 miliardi di investimenti, 7 milioni di automobili in quattro anni e otto nuovi modelli per rilanciare l’Alfa Romeo, azienda appartenente al Gruppo Fiat.
L’obiettivo è sfruttare il più possibile le capacità produttive della società torinese e di quella di Detroit, oggi ancorate rispettivamente al 53% ed al 66%. Nel 2018 bisognerà arrivare al 100%. Il tutto condito dalla promessa di non licenziare: “siamo impegnati a non mandare nessuna a casa”, afferma Marchionne, che continua: “quando arriverà l’industrializzazione dei prodotti rientreranno tutti quanti”. Il manager chietino parla di una giornata storica, presentando le due aziende automobilistiche come un tutt’uno: “oggi è il primo giorno di una nuova vita per Fiat Chrysler Automobiles. Non apriamo un nuovo capitolo, cominciamo a scrivere un nuovo libro”. E continua: “un’unica entità, un grande sogno di integrazione culturale”, dilungandosi quindi sulla “stima, l’unione e la conoscenza” che le due case hanno.
La sfida è quasi di quelle senza precedenti: il responsabile del marchio Alfa Romeo, Harald Wester, informando dei nuovi modelli, otto, che intende lanciare sul mercato, cita Enzo Ferrari e stima di arrivare a quota 400 mila vendite nel 2018. Un’ardua prova se prendessimo in considerazione il 2013, quando Alfa Romeo ha venduto ‘solo’ 73 mila vetture. Le nuove proposte partono, però da una filosofia ben precisa. Il manager tedesco la spiega così: “abbiamo capito quello di cui avevamo bisogno – afferma Wester – ovvero resettare tutto, rivedere il paradigma e tornare alle nostre radici, al nostro Dna. Dobbiamo tornare ad Alfa Romeo”.
Spirito pioneristico. E il suo collega del Lingotto, Olivier Francois, prevede una crescita costante delle vendite (1,5 milioni nel 2013, 1,8 milioni pronosticate nel 2018), con uno strepitoso aumento nell’area Asia-Pacifico (70 mila nel 2013, 300 mila nel 2018). Ma sono i nuovi modelli a catalizzare le attenzioni dei presenti: tutti i marchi (Fiat, Jeep, Maserati, Alfa Romeo) avranno nuovi campioni.
Di Ferrari parla direttamente Marchionne. Partendo dall’elogio verso Luca Cordero di Montezemolo (“ha fatto un lavoro eccezionale nel posizionare Ferrari”), ha fortemente affermato come la S.p.a. non sia in vendita, nonostante il valore di 4,5 miliardi (che per Marchionne, invece, sfiora i 9). Qui la strategia dell’ad Chrysler è totalmente differente: un modello all’anno e tetto massimo a 7 mila unità al fine di mantenere alto il marchio della ‘Rossa’.
La giornata del manager italo-canadese si conclude, dopo una citazione di Leo Tolstoj (autore ammiratissimo da Marchionne) con una promessa verso il futuro: “ci sono grandi talenti. Posso assicurarvi che la successione non sarà un problema. Resterò fino alla fine del piano”.