Berlusconi: “ormai sono fuori dalla politica” Intanto continua la querelle con Fitto
“Ormai sono fuori dalla politica, sono soltanto qualcuno con un grande senso di responsabilità nei confronti del mio Paese”. Continua con una sorprendente ammissione di stanchezza il tour elettorale in Lombardia di Silvio Berlusconi. In questi giorni infatti l’ex Cavaliere sta attraversando la regione in lungo e in largo per sostenere i candidati sindaci di Forza Italia che concorreranno alle prossime amministrative del 31 maggio (election day, in concomitanza con le regionali). Ieri Berlusconi era a Lecco per sostenere il candidato sindaco Alberto Negrini, oggi a Saronno (provincia di Varese) dove ha tenuto un comizio in favore di Pierluigi Gilli, candidato sindaco di Forza Italia appoggiato anche dai “Pensionati” e dai centristi (Ncd, Udc, Popolari per l’Italia). “Vedo nel sogno di trasformare la maggioranza numerica degli italiani (e che sia una maggioranza non si discute) in maggioranza politica organizzata l’unica possibilità per poter dare all’Italia quei cambiamenti di cui abbiamo bisogno” ha poi aggiunto l’ex Cavaliere che nelle ultime settimane ha studiato a lungo un modello di “partito leggero” in stile Grand Old Party da sperimentare dopo le regionali.
Berlusconi e l’eterno ribelle
Sembra invece essere arrivata al capolinea la querelle che per mesi ha occupato le principali pagine dei quotidiani: ieri Raffaele Fitto – europarlamentare forzista con la patente di dissidente in perpetua – ha annunciato a In ½ Ora di Lucia Annunziata la sua uscita dal Partito Popolare Europeo di Angela Merkel per aderire ai Conservatori e Riformisti Europei, terzo gruppo parlamentare a Bruxelles guidato da Syed Kamall (eletto coi tories in Gran Bretagna). D’altronde proprio lo scorso 26 aprile Fitto, insieme a una trentina di parlamentari ribelli tra cui Daniele Capezzone, aveva inviato al Telegraph di Londra una lettera di sostegno al candidato premier britannico David Cameron in vista delle elezioni del 7 maggio in cui il primo ministro in carica è stato riconfermato con il 36% dei voti. Ieri Berlusconi si era definito “felice” per essersi tolto “un peso” (cioè Fitto e probabilmente i fittiani) e aveva paragonato l’ex ministro a Fini, Alfano e Casini che dopo essere “andati via da Forza Italia, non sono mai finiti bene”. Nel faccia a faccia con il direttore dell’Huffington Post Lucia Annunziata, Fitto rispondeva: “non sono io fuori, è Forza Italia che non c’è più” e ancora “Forza Italia è un capitolo chiuso”. Oggi lo scontro è ripreso. L’ex Cavaliere ha glissato sull’affaire Fitto con un laconico “faccia quello che vuole” e ha, ironicamente, fatto gli “auguri” ad Alfano che continua a ripetere di voler riunire sotto un’unica bandiera i moderati italiani. A stretto giro è arrivata l’ennesima frecciata di Fitto: “Un leader politico, se ama le idee, il suo Paese e il suo schieramento, dovrebbe sapere quando fare un passo indietro”. “Berlusconi – ha concluso l’ex governatore della Puglia – preferisce invece distruggere tutto e perfino autorottamarsi. E’ un finale malinconico. Peccato, non sarà ricordato bene. Auguri umanamente a lui, credo ne abbia bisogno. Politicamente, invece, rappresenta un capitolo chiuso”.
Berlusconi e l’ex figliol prodigo
Nonostante il caos interno, Forza Italia rimane (almeno apparentemente) all’opposizione. Perciò dall’elezione al Colle di Sergio Mattarella, Berlusconi non può che attaccare pubblicamente il premier e il governo tutto. Nelle ultime settimane ha perfino affidato le chiavi del partito nelle mani di Renato Brunetta, megafono del dissenso anti-renziano. Così, dopo che ieri aveva definito “scorretto” il decreto approvato dal governo per rimborsare una parte delle pensioni dopo la sentenza della Consulta, oggi il Presidente del Milan è tornato sulla questione: “l’iniziativa di Renzi sulle pensioni è assolutamente inaccettabile” perché “la sentenza della Consulta è stata chiara: bisogna restituire a tutti i pensionati quello che a loro è stato tolto e che la Corte ha giudicato non corretto”. Subito pronta la risposta del premier da Palazzo Chigi: “E’ il colmo che chi l’ha votata ora venga a dirci di restituire tutto”. Perché Forza Italia la Fornero la votò (unico voto contrario: Giorgio Stracquadanio). Ma anche il Pd votò in massa il decreto “Salva Italia” (nessun voto contrario o astenuto). E Renzi dov’era?
Giacomo Salvini