Un giovane su due non lavora. Ogni giorno chiudono 90 aziende. I consumi calano. Il Pil cresce meno che altrove. I dati relativi al primo trimestre del 2014, diffusi questa mattina dalla Confcommercio Lazio, ribadiscono che la crisi nella regione non è affatto finita.
Negativi soprattutto i numeri sulla disoccupazione. “I disoccupati nel Lazio hanno raggiunto le 310 mila unita con una crescita del 14,3 per cento rispetto al 2012” dice Confcommercio. Peggio stanno i giovani. Nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni, il tasso di disoccupazione sale al 45,9 per cento, ennesimo record negativo.
“Ogni giorno nel Lazio chiudono oltre 90 imprese, 33 mila solo nel 2013” sottolinea la Confcommercio, secondo la quale per quest’anno non c’è da attendersi grossi miglioramenti.
Confcommercio ricorda ancora una volta il paradosso italiano: “In Italia il costo lordo di un dipendente per un’azienda è tra i più alti d’Europa, a fronte di uno stipendio netto che é invece tra i più bassi del vecchio continente. Il differenziale tra questi due valori dà la misura dell’inefficienza e dell’inefficacia delle nostre politiche economiche”.
Oltre alla disoccupazione, sono negative anche le previsioni per i consumi, che Secondo Confcommercio Lazio nel 2014 caleranno ancora dell’1,1 per cento, leggermente meglio rispetto alla media nazionale dell’1,3. L’anno prossimo si tornerà in territorio positivo, ma la ripresa sarà molto fragile: 0,3 per cento.
Complessivamente, il Lazio resta indietro rispetto ad altre regioni italiane. Il Pil regionale quest’anno crescerà appena dello 0,6 per cento, a fronte dell’1,2 della Lombardia e dell’1 per cento dell’Emilia Romagna. Meglio anche il Piemonte (0,9), l’Umbria (0,8) e la Toscana (0,7).
“Serve investire risorse e progettualità nel terziario” suggerisce la confederazione delle imprese del Lazio, che ricorda come “l’80 per cento del Pil regionale è costituito da micro, piccole e medie imprese, un’area vasta che va dal commercio tradizionalmente inteso, ai servizi alla persona, dall’Ict al mondo delle professioni. E’ questa la strada del rilancio”.