Burkina Faso: il processo per l’omicidio di Sankara
Burkina Faso: è cominciato il processo per l’omicidio di Thomas Sankara, l’ex presidente del paese ucciso durante un colpo di stato.
Burkina Faso: le indagini dopo Campaorè
Il 15 ottobre del 1987, Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso, è morto, insieme a 14 tra i suoi più stretti collaboratori, durante un colpo di stato. A ucciderlo, con tutta probabilità, il suo “fedelissimo” Blaise Campaorè (ha sempre detto essersi trattato di un “incidente”) che poi lo sostituì ai vertici della nazione. Dopo 27 anni di governo, il 31 ottobre del 2014, Campaorè si è dimesso in seguito a un mese di intense proteste per le strade della capitale Ouagadougou.
Campaorè si è sempre opposto, si suppone per motivi legati al suo coinvolgimento, alla riapertura dell’inchiesta sull’omicidio di Sankara. Il 5 marzo scorso, dopo la caduta del suo “regime”, le indagini sono ripartite dalla riesumazione del corpo del primo presidente del Burkina Faso.
La tomba di Sankara è situata nel cimitero di Dagnoen, nella zona est della capitale, tuttavia, per i familiari non conterrebbe il suo corpo: la famiglia chiede sin dal 1997 l’identificazione del cadavere (non gli venne data la possibilità di vederlo prima della sepoltura). Il nuovo governo, insediatosi nel novembre 2014, si è impegnato a effettuare un test del dna; secondo l’Agence France Presse un perito del tribunale di Bordeaux si recherà in Burkina Faso la prossima settimana.
Burkina Faso: la testimonianza di Miriam Sankara
Dopo diverse audizioni, cominciate 6 settimane fa, sono stati sentiti anche Valentin e Blandine, fratello maggiore e sorella minore di Thomas, è entrato nel vivo il processo per l’omicidio dell’ex presidente: ieri si è svolta la testimonianza (si è costituita come parte civile) della moglie di Sankara.
Tornata nel paese per la seconda volta in 28 anni (l’ultima era stata nel 2007, per il 20esimo anniversario della morte del marito) ricevendo un benvenuto caloroso, Miriam Sankara ha risposto alle domande del giudice per 8 ore; ha poi dichiarato “ne è valsa la pena” nonostante le contestazioni fattele dalla corte.
Uno dei 4 avvocati della famiglia, Bénéwendé Stanislas Sankara (solo omonimo, nessun rapporto di parentela, anche se è candidato presidente del partito “Sankarista” alle elezioni di ottobre) ad Agence France Presse ha dichiarato che Miriam Sankara “ha ripresentato la denuncia contro ignoti, effettuata nel 1997, per attentato a corpo dello stato, falso ideologico, omicidio, e occultamento di cadavere”.