Mentre in Italia si parla ancora degli episodi di violenza avvenuti durante la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina e ci si interroga sulle decisioni da prendere in futuro, un segnale forte arriva dall’Uruguay.
“Basta con queste irrazionalità e con queste stupidaggini. Non possiamo continuare cosí, bisogna reagire. O fermiamo questo fenomeno o non potremo continuare ad avere il piacere degli spettacoli dello sport:dovremmo fermare il calcio“. Queste erano le parole del presidente Pepe Mujica all’alba di alcuni scontri avvenuti tra ultras durante una partita di campionato.
Mujica è passato dalle parole ai fatti prendendo una decisone netta e indissolubile: ritirare gli agenti di sicurezza dagli stadi. Questa decisone ha, di fatto, bloccato il campionato a poche giornate dalla fine.
La scelta del presidente uruguaiano non è stata dettata, come molti hanno detto, da “poco buon senso”, ma è stata fatta di proposito per contrastare violenza e razzismo. Il paese sudamericano, tra le altre cose, è sotto inchiesta per le presunte ingerenze da parte del Governo nella gestione del calcio,che aveva portato alcuni esponenti della Fifa ad avanzare spaventose proposte, come l’esclusione della Celeste dai Mondiali che tra poco più di un mese prenderanno il via in Brasile.
Alla luce dei nuovi fatti che hanno coinvolto lo sport italiano, tra spari e trattative Stato-ultras, forse l’Italia dovrebbe prendere spunto da Mujica, un uomo che non ha avuto timori a toccare un mostro sacro come il calcio per lanciare un messaggio di risonanza mondiale