Dopo 18 anni di battaglie, arriva la legge contro gli ecoreati: diventano reati l’inquinamento, il disastro ambientale, l’impedimento dei controlli, l’omessa bonifica e il traffico di materiale radioattivo. I tempi di prescrizione sono raddoppiati mentre le pene potranno arrivare fino a 15 anni di reclusione.
Il Senato ha messo fine ai rinvii che avevano bloccato l’iter di approvazione della legge. Un risultato non scontato: gli emendamenti presentati dai parlamentari rischiavano di portare a una modifica del testo che avrebbe rimandato la legge alla Camera. Alla fine è prevalsa la volontà di dare un segnale chiaro, che porterà il perfezionamento del testo ad un momento successivo.
Ecoreati, un percorso travagliato
Un percorso lungo e ricco di ostacoli, quello della legge sui reati ambientali: le prime proposte di legge risalgono al 1997-98, a firma di Massimo Scalia, nel 1999 il governo dell’Ulivo varò un disegno di legge che prevedeva quattro ecoreati per tutelare l’aria, l’acqua, il suolo e il patrimonio naturale italiano, il testo non fu però convertito in legge. Nel 2001 venne approvato il 53bis, unaa norma che consentiva di punire con sei anni di reclusione i trafficanti di rifiuti. Con il governo Berlusconi ci fu un’inversione di marcia con il condono edilizio. Alla fine le tre proposte di legge, a firma di Paolo Russo, Ermete Realacci e Francesco Ferrante, hanno rilanciato il tema.
Ecoreati, soddisfazione del governo
La responsabile ambiente del PD, Chiara Braga, ha commentato: “oggi è uno dei giorni di questa legislatura che verranno ricordati” – ed ha aggiunto: “lo dovevamo a quei territori e a quelle persone che in questi anni hanno pagato un prezzo molto alto all’inquinamento prodotto da disastri ambientali troppo spesso impuniti. E’ dal 2008 che l’Unione europea ha indicato questa strada e Francia, la Spagna, l’Austria e la Germania hanno già cominciato a percorrerla. Ora l’Italia finalmente si inserisce in questo gruppo di Paesi”.
Soddisfatto anche il presidente del Senato Grasso: “lo Stato deve dare una risposta a chi minaccia l’ambiente e le generazioni attuali e future: la legge sui reati ambientali va a riempire una lacuna giuridica e rafforza gli strumenti per combattere illeciti e illegalità”. Andrea Orlando, ex ministro dell’Ambiente, ora alla Giustizia, ha aggiunto: “una vicenda come quella di Eternit con una legge come questa non sarà più possibile”.
Soddisfatto anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che ipotizza un ‘tagliando’ per la legge: “sappiamo bene che uno dei punti che ha destato le maggiori preoccupazioni delle imprese riguarda il cosiddetto ravvedimento operoso. E in particolare i tempi di realizzazione delle bonifiche dei siti inquinati. Ma dico che siamo di fronte a una riforma di sistema e, come per altre portate avanti da questo governo, c’è l’intenzione di effettuare un rodaggio e un successivo tagliando” – ha dichiarato al Sole 24 Ore – ed ha aggiunto: “nulla esclude un ulteriore intervento su questo tema se, nella pratica, qualcosa non risulterà funzionale rispetto agli obiettivi che ci siamo dati”. Sulla norma che avrebbe penalizzato le ricerche petrolifere in mare con il dispositivo ad aria compressa air-gun, Galletti dichiara: “ero contrario fin dall’inizio a quella norma, che ci avrebbe visti soli nel mondo a prevedere il carcere. È stato giusto eliminarla. Si tratta di una tecnica non pericolosa se utilizzata con tutte le prescrizioni rese obbligatorie dalla valutazione di impatto ambientale. Il vero problema, semmai, è il rapporto con il livello di regolamentazione europeo”.
Giudizi positivi anche dai Cinque Stelle, mentre le critiche arrivano però dai Verdi, che fanno sapere attraverso il co-portavoce Angelo Bonelli : “la legge introduce nel nostro ordinamento il reato di disastro ambientale solo se cagionato ‘abusivamente’, come se vi fossero reati ambientali che non sono abusivi. Con questo avverbio si garantisce un’ombra di incertezza che può portare all’impunità”.
Ecoreati, Guariniello: “Legge non evita casi Eternit”
La nuova legge sui reati ambientali non impedisce, che si verifichino casi come quello della prescrizione del processo Eternit. Lo afferma Raffaele Guariniello, pm delle inchieste contro la multinazionale dell’amianto. “I tempi della prescrizione sono stati allungati, ma la formulazione del reato è rimasta la stessa”.
Ilaria Porrone