Il tema pensioni continua a tenere banco nel mondo della politica. Stamattina il premier Matteo Renzi, arrivando al Nazareno per presenziare alla segreteria Pd, ha ribadito che la legge Fornero verrà modificata. “E’ un tema vero, che c’è. Però se lo diciamo adesso sembra che sia un’operazione di campagna elettorale. Intanto – ha aggiunto in riferimento al decreto sui rimborsi ai pensionati – abbiamo recuperato 2 miliardi di euro e li diamo a quei 4 milioni di cittadini che ne hanno titolo. Sul tema di riuscire a dare un pochino più di flessibilità alla Fornero sono molto ottimista che si possa fare durante la Legge di Stabilità. Quindi a ottobre o novembre”.
Le parole del premier vengono però confutate oggi da un editoriale del direttore di Libero, Maurizio Belpietro.
In realtà le cose non stanno come ha detto Renzi a Porta a Porta e non c’è chi sia informato di cose pensionistiche che non lo sappia. Andare in pensione a 57 anni per le donne o a sessanta per gli uomini, con l’attuale sistema non significa rinunciare a 20 o 30 euro, ma accettare un assegno previdenziale decurtato del 20 o 30 per cento per sempre. Tanto per essere chiari, su una pensione di 1.200 euro vuol dire perdere 240 oppure 360 euro, non briciole. Si tratta cioè di una decurtazione pesante e permanente, che farebbe scendere il trattamento previdenziale intorno a novecento se non ottocento euro. Cosa che cambia radicalmente la prospettiva di ciò che il presidente del Consiglio ha detto l’altra sera.
Non solo. Il premier ha voluto precisare: nessuno perde niente. Balle. Tutti i pensionati perdono qualcosa. Chi tutto, chi tanto e chi meno. Infatti, chi ha una pensione di 1.700 euro lordi invece di vedersi rimborsare i 4.500 euro che ha perso negli ultimi quattro anni, se ne vedrà restituire solo 750. In pratica, come ha calcolato Italia Oggi, perderà l’83 per cento di ciò che gli è dovuto. Chi invece ha una pensione lorda da 2.200, dei circa 5 mila euro dovuti perderà il 91 per cento. Per non dire poi di coloro i quali godono di una pensione oltre i 3.200 euro (che dopo le tasse diventano 2 mila): nel loro caso perderanno tutto.