Ieri il giudizio, negativo, sul reddito minimo. Oggi la critica, pesante, sugli impresentabili della politica. La Cei interviene a gamba tesa sulle questioni politiche italiane e lo fa prendendo di mira gli impresentabili candidati alle prossime regionali. “C’è un gran bisogno di etica istituzionale. Senza etica pubblica non si fanno buone leggi e se si fanno buone leggi non le si osservano” afferma il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco a conclusione dell’assemblea generale dei vescovi, rispondendo ad una domanda sulle prossime elezioni amministrative.
Bagnasco dà inoltre qualche consiglio al governo Renzi. “Non farsi prendere dalla fretta, per concludere frettolosamente la riforma della scuola“. Il presidente della Cei critica anche i matrimoni gay. “Qualunque assimilazione di nuclei di rapporti umani all’istituto familiare non fa bene alla famiglia ma neppure alla realtà sociale. Indebolire la famiglia significa indebolire la società”.
Cei, allarme 8×1000
In calo i fondi della Chiesa italiana derivanti dall’8×1000: ciò comporterà una diminuzione di 50 milioni di euro per il sostentamento al clero ma non influirà sulle opere caritative che, anzi, conteranno su 20 milioni in più per gli interventi. È in sintesi il quadro tracciato dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella conferenza successiva alla conclusione in tarda mattinata dell’assemblea generale della Conferenza Episcopale italiana, aperta lunedì scorso dall’intervento di Papa Francesco. I dati si riferiscono alle cifre garantite dal ministero dell’Economia dello Stato italiano, sulla base delle scelte dei contribuenti inserite nelle dichiarazioni fiscali del 2012, relative ai redditi del 2011, che hanno fatto registrare un calo del 2%. Tutto ciò, dunque, prima che Jorge Mario Bergoglio fosse eletto pontefice dal Conclave.
In totale, la cifra complessiva garantita per il 2015 dall’8×1000 è di 995 milioni 462.000 euro, rispetto a 1 miliardo 54 milioni 310.000 dell’anno precedente, con una contrazione di circa 60 milioni di euro. La cifra totale sarebbe in realtà di 1 miliardo 13 milioni 55.000 euro ma viene decurtata di oltre 17,6 milioni a causa del conguaglio negativo rispetto alla cifra erogata lo scorso anno come anticipo dallo Stato. A ciò, si rimedierà con una diminuzione di 30 milioni di euro (da 433 a 403) dei fondi per le esigenze di culto e per la pastorale – finanziamento delle diocesi, costruzione di nuove chiese, tutela dei beni ecclesiastici, catechesi ed educazione, tribunali ecclesiastici – e di 50 milioni di euro (da 377 a 327) per il sostentamento del clero, “con un blocco degli stipendi di vescovi e sacerdoti che dura da almeno 7 anni, cioè da quando io sono alla presidenza della Cei”, sottolinea il cardinale Bagnasco. Mentre per gli interventi caritativi – fondi alle diocesi per la carità, aiuti al Terzo Mondo, stanziamenti straordinari in caso di calamità nazionali – passano da 245 a 265 milioni, aumentando di 20 milioni di euro.