L’Italia ha la spesa pensionistica più alta d’Europa, pari a circa 270 miliardi di euro all’anno, che corrispondono al 16,8% del Prodotto interno lordo (con un aumento di 2,6 punti percentuali tra il 2003 e il 2013): una spesa quattro volte superiore rispetto ai fondi destinati all’istruzione, che invece ammontano a 65,5 miliardi di euro all’anno (4,1% del Pil). Peggio di noi, nell’area della moneta unica, solo la Spagna, che investe nella scuola solo il 4% del Pil, a fronte di una media Ue del 4,8%. Il Paese che investe di più nell’istruzione è il Portogallo (6,8% del Pil), mentre la Francia investe il 5,5% e la Germania il 4,3% del Pil.
Questi i dati emersi da uno studio della Cgia di Mestre. Secondo l’associazione degli artigiani, nessun altro Paese dell’area euro presenta uno squilibrio così evidente. Nella Ue, infatti, le pensioni mediamente costano “solo” 2,6 volte l’istruzione, in Francia 2,7 volte, mentre in Germania 2,5.
Cgia, Bortolussi: “Abbiamo privilegiato il passato anziché il futuro”
Secondo il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, “i dati riferiti all’Italia sono in parte condizionati dal trend demografico. Tuttavia, non possiamo disconoscere che le politiche di spesa realizzate negli ultimi quarant’anni abbiano privilegiato, in termini macroeconomci, il passato, ovverosia gli anziani, anziché il futuro, cioè i giovani”.
“Purtroppo, ancora adesso – prosegue Bortolussi – scontiamo gli effetti di un sistema pensionistico che fino agli inizi degli anni ’90 è stato molto generoso, soprattutto nei confronti dei lavoratori del pubblico impiego e delle aziende di Stato. È altresì corretto segnalare che nella spesa pensionistica le statistiche internazionali riferite al nostro Paese includono anche l’assistenza: tuttavia, anche depurando l’importo complessivo da quest’ultima componente, la spesa totale si ridurrebbe di circa 2 punti, rimanendo comunque nei primissimi posti della graduatoria europea per i costi sostenuti in materia previdenziale”.
Cgia: il rapporto tra pensionati e numero occupati
In Italia ci sono circa 16 milioni e mezzo di pensionati – il 74,3% sulla popolazione lavorativa, record europeo – contro i 18,4 milioni presenti in Francia e i 23,5 residenti in Germania. Il rapporto tra numero di pensionati e numero di occupati nella Ue corrisponde al 63,8%, mentre in Francia e Germania il dato è pari rispettivamente al 72,4% e al 61,6%. Sempre tra il 2003 e il 2013 i tagli all’istruzione sono stati dello 0,5% del Pil: peggio di noi solo l’Estonia, con una sforbiciata pari allo 0,6% del Prodotto interno lordo.