Il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, ha aperto alla possibilità di adottare sgravi contributivi per i nuovi assunti a tempo indeterminato nel 2016, “ma solo per quelli del Sud”. Il numero due di Via XX Settembre ieri si è recato in visita alla Wattsud di Casavatore e in un’intervista rilasciata al sito qdnapoli.it ha parlato della sua idea per rivitalizzare l’occupazione nel meridione.
Per Morando si tratterebbe di una “discriminazione positiva, a tutto vantaggio delle aree più deboli del Paese“, dal momento che “sarebbe impensabile, per le casse del governo, sostenere gli gravi contributivi per i nuovi assunti su tutto il territorio, così come siamo riusciti a fare per il triennio 2015/2017”.
“Oggi – prosegue Morando – i 24 euro ogni cento di monte salario del nuovo lavoratore che deve versare l’imprenditore, li mette lo Stato. E li metterà per tutti e tre gli anni. Io mi pongo un’altra questione: ma nel 2016, per assumere, si tornerà alle condizioni del 2014? L’alternativa all’idea di conservare l’incentivo per tutti, che non è sostenibile dal punto di vista finanziario, può essere quella di immaginare un intervento destinato solo al Mezzogiorno”.
Morando: “Ecco come agevolare l’accesso al credito”
Per Morando, le falle riscontrate al Sud sono quelle di sempre: “Carenza di infrastrutture, difficoltà di accesso al credito e cuneo fiscale. Quello che mi ha colpito molto è che sono state soprattutto le maestranze a parlare in questi termini. E’ evidente che, per scongiurare pesanti ripercussioni sui livelli occupazionali, bisogna intervenire su questi temi”.
“La riduzione della pressione fiscale sulle imprese è una priorità: in questo primo anno di governo l’abbiamo ridotta di 18 miliardi, ne servono altrettanti per arrivare al livello della Germania”, sottolinea il vice di Pier Carlo Padoan, secondo il quale sono tre i provvedimenti da adottare per agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese: “Una riforma del diritto fallimentare, un trattamento fiscale dei crediti deteriorati e la creazione di “bad bank” per alleggerire gli istituti di credito dal peso delle sofferenze”.