Prime pagine martedì 26 maggio 2015. Repubblica e Messaggero aprono con le vittorie delle forze antisistema in Spagna e dell’euroscettico Duda in Polonia. Il Manifesto scrive: “Dopo la Grecia anche la Spagna avverte Bruxelles. E in Italia da Renzi a Salvini salgono tutti sul carro del vincitore”. La Stampa apre con le parole del premier Renzi dopo i risultati delle elezioni spagnole e polacche: “Lavoro e fisco, Europa da rifare”.
Intanto però, come rivela il Corriere della Sera, l’Europa dà un colpo all’Italia sulle quote dei migranti: “Trasferibili all’estero solo eritrei e siriani dei futuri sbarchi”. Secondo Il Giornale ora “Renzi ha paura. Il ritorno del Cavaliere in tv, le contestazioni in piazza e i dati economici terrorizzano il premier”.
Libero continua la sua campagna anti vitalizi: “Tra ministri, viceministri e sottosegretari sono venti i membri dell’esecutivo che maturano due o tre assegni previdenziali pubblici. I Parlamentari sono dieci volte tanto, con il Pd che fa la parte del leone con 75 magnoni”.
Il Fatto Quotidiano svela l’imbroglio delle Poste: “Oltre 10 mila mail svelano l’inganno: per assicurarsi i 300 milioni annui che il governo dà in cambio della puntualità del servizio, l’azienda ha intercettato il sistema di controllo esterno che ne certifica l’efficienza. Per anni il personale della Spa ha sorvegliato la corrispondenza e l’ha fatta viaggiare su una “corsia preferenziale” per rispettare gli standard”.