Expo: arresti per corruzione. Nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Milano Ilda Boccassini e dai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio e condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano, sono state emesse dal gip Fabio Antezza sei ordinanze di custodia cautelare in carcere e una agli arresti domiciliari.
In carcere è finito Angelo Paris, direttore della pianificazione acquisti della Expo 2015 (e non manager di Infrastrutture Lombarde). Ordinanze di custodia in carcere anche per l’ex parlamentare della Democrazia Cristiana Gianstefano Frigerio, per l’ex parlamentare di Forza Italia Luigi Grillo, per Primo Greganti, storico esponente del Pci coinvolto in Mani Pulite, per l’intermediario Sergio Catozzo e per l’imprenditore Enrico Maltauro.
È stato raggiunto, invece, da un’ordinanza di arresti domiciliari Antonio Rognoni, ex Dg di Infrastrutture Lombarde, già arrestato nelle scorse settimane nell’ambito di un’altra inchiesta con al centro una serie di irregolarità negli appalti delle più importanti opere pubbliche in Lombardia, tra cui anche alcune gare relative all’Expo. Da quanto si è saputo, l’inchiesta vedrebbe al centro una serie di fatti di turbativa d’asta e di corruzione relativi all’Expo e al processo ‘Città della salute’. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere, turbativa d’asta e corruzione.
Unanime il coro di indignazione da parte della politica. Il premier Matteo Renzi ha così commentato l’intera vicenda: “Massima fiducia nella magistratura e massima severità se sono stati commessi reati. I politici facciano il loro lavoro e non commentino il lavoro della magistratura”. Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, e il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, hanno invece promesso “pulizia”. “Su Expo vogliamo assoluta pulizia, spiace che certe facce del vecchio mondo siano ancora in giro” dichiara il segretario del Carroccio che poi sottolinea “Abbiamo assoluta fiducia nell’intransigenza e nella correttezza di Maroni”.