Berlusconi interviene a Radio Capital. Proprio in radio Silvio Berlusconi a chi gli ricorda che l’ultima intervista che fece all’emittente radiofonica iniziò con l’ex premier che intonava una canzone risponde: “La voglia di cantare mi è passata con tutto quello che mi è successo quest’anno…”. Berlusconi continua con una previsione: “Io penso che sarò santo molto prima di una decina di anni, per tutto quello che ho sopportato…”. Con una battuta Silvio Berlusconi, risponde a chi gli chiede se, durante lo svolgimento dei servizi sociali, compirà un miracolo e lo faranno santo.
L’ex Cavaliere è sicuro della sua santificazione “perché quello che capiterà circa le situazioni che mi sono state addossate, mostrerà a tutti gli italiani come io sono stato paziente e in grado di sopportare delle cose ingiuste che mi sono state rivolte contro dentro una battaglia politica che non dovrebbe farsi con certi sistemi”.
A proposito della prossima esperienza dei servizi sociali Berlusconi spiega: “Vivo questa attesa con la certezza che saprò aiutare chi ha bisogno e credo che sarà anche un arricchimento per me stesso. Da mia mamma ho imparato che fare del bene alle persone è il modo migliore per arricchirsi”. A chi chiede quale sia la sorpresa annunciata nei giorni scorsi proprio parlano dei malati di cui andrà ad occuparsi, l’ex premier risponde: “È un segreto assoluto, in sintesi posso dire che sto facendo una ricognizione delle ultime cure inventate per l’Alzheimer per dare modo agli infermi di poter fare qualcosa in più”.
Ultrà, Berlusconi “Vanno distinti dai violenti” – Sempre in collegamento con Radio Capital Berlusconi torna sui fatti di sabato all’olimpico: “Non mi sono mai capitate situazioni del genere non so nemmeno se sia stato il presidente del Napoli ad avere l’idea (di mandare il giocatore partenopeo a riferire in curva ndr.). “Io però – aggiunge – una cosa la voglio dire: su tutti i giornali si presentano gli ultrà del Napoli come dei violenti e dei delinquenti; io credo che bisogna fare una distinzione. Conosco molti di quelli del Milan che sono persone dallo spirito semplice con una vera passione per il calcio, in cui rivedono quasi se stessi, identificandosi con i giocatori di campo. Il calcio, insomma, come metafora della vita”.