La domanda che tutti si fanno è la seguente: il Nuovo Centrodestra cosa farà da grande? I risultati poco confortanti delle ultime regionali (il partito dove si è presentato, Campania a parte, ha raccolto percentuali che galleggiano tra l’1 e il 2%, numeri ben inferiori alle Europee dello scorso anno) inducono Angelino Alfano e compagnia ad una seria riflessione. L’exploit, previsto, di Matteo Salvini, il ritorno del M5S di Beppe Grillo, rischiano di stringere in una morsa letale l’alleato di minoranza del governo Renzi. Angelino Alfano lo sa bene, per questo ai piani alti del Nuovo Centrodestra si pensa al futuro. Rimanere o no nella compagine dell’esecutivo? La riflessione fatta porta ad una scelta ambigua ma necessaria come spiega Maurizio Lupi, capogruppo di Area Popolare. “Il nostro problema ora è ricostruire il centrodestra restando alleati del centrosinistra al governo”. Traduzione: rimaniamo dentro l’esecutivo fin tanto che ci conviene. Uno smarcamento deciso avverrà prima del finale di legislatura previsto nel 2018. Ma Gaetano Quagliariello, coordinatore Ncd, avverte: “O questa legge elettorale ci dà la possibilità di formare una coalizione o si impone una scelta. L’ Italicum implica l’esistenza di due schieramenti: o la legge elettorale cambia o dovremo aprire una riflessione al nostro interno e un’interlocuzione con le forze di governo”. Il ministro della Salute, Lorenzin, però frena: “Per capitalizzare il nostro determinante contributo alle riforme non si può uscire dal Governo, faremmo lo stesso errore di Forza Italia che è sceso alle percentuali di consenso più basse della sua storia politica. Non ci sono altre strade”.
Intanto l’ex ministro Nunzia De Girolamo prepara i bagagli. Non si sa se verso i Conservatori di Fitto o il ritorno ad Arcore.