Elezioni regionali, analisi Istituto Cattaneo: il PD perde oltre 2 milioni di voti rispetto al 2014, la Lega è l’unica a guadagnare
Francesco Anania
Pubblicato dall’Istituto Cattaneo uno studio sulle elezioni regionali di domenica 31 maggio nel quale vengono effettuate alcune elaborazioni sui dati relativi alle maggiori forze politiche (PD, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega Nord), in un confronto con precedenti elezioni.
La prima analisi riguarda il “peso” della Lega Nord all’interno dell’alleanza con Forza Italia, inevitabilmente ristretta a 5 delle 7 regioni nelle quali si è votato per l’assenza del partito di Salvini in Puglia e Campania. Quello che emerge è il capovolgimento dei rapporti di forza all’interno del centrodestra, dove sul totale dei voti di Forza Italia e Lega Nord, appartengono a quest’ultimi una netta maggioranza dei voti in tutte le regioni e non soltanto in Veneto (74,9%), dove pure il “sorpasso” su Forza Italia (ex PDL) era avvenuto sia nel 2010 che lo scorso anno alle europee, ma anche in regioni centrali come Umbria, Marche e Toscana, dove la percentuale sul totale è sempre stata inferiore al 20%.
Passando ai dati relativi al Partito Democratico, esso ha perso oltre due milioni di voti rispetto al 2014, ossia alle elezioni più vicine nel tempo (-2.143.003), ma la riduzione è significativa anche rispetto al 2013 (-1.083.557). Questa diminuzione è anche attribuibile al calo generale del livello di partecipazione che nelle elezioni di domenica 31 maggio si è notevolmente contratto rispetto alle consultazioni precedenti. In termini percentuali questo spostamento in valori assoluti si traduce in una contrazione del 50,2% rispetto alle scorse elezioni europee del maggio 2014 e del 33,8% rispetto alle consultazioni politiche del 2013. Dal punto di vista territoriale la riduzione del partito guidato da Matteo Renzi è stata significativa in tutto il territorio nazionale, ma accentuata soprattutto in Veneto (-65,8%), e in Liguria (-57,3%) e comparativamente meno sostenuta in Toscana (-42,6%) rispetto alle europee del 2014. Questo risultato negativo può essere attribuito solo in parte al fenomeno delle cosiddette “liste del presidente”, che, anche dove presenti, ottengono consensi molto disomogenei.
Il Movimento 5 stelle (M5s) ha ridotto i propri consensi di circa il 60% rispetto alle politiche del 2013, ma anche rispetto alle europee del 2014 (-40,4%), quando già avevano fatto registrare un cospicuo arretramento. In valore assoluto questa variazione si traduce in una contrazione di voti pari a -1.956.613 rispetto alle politiche e -893.541 rispetto alle europee. Ciò detto, non deve essere sottovalutata la capacità del Movimento di consolidare la propria presenza nell’arena elettorale difficile delle regionali, in cui la presenza del leader Beppe Grillo è meno visibile.
Il risultato di Forza Italia alle regionali del 2015 segnala che la compagine guidata da Silvio Berlusconi ha complessivamente perso il 46,9% rispetto alle europee del 2014 e oltre i due terzi dei consensi avuti alle politiche del 2013 (-67,0%). In termini assoluti si tratta di valori eccezionali, posto che Forza Italia ha perso quasi 2 milioni di voti sul 2013 (-1.929.827) e quasi 1 milione rispetto al 2014 (-840.148). In questo quadro di generalizzata forte riduzione dei consensi, il partito di Berlusconi riesce a limitare le perdite soltanto in due contesti, la Campania e la Liguria.
La Lega Nord è l’unico grande partito che aumenta i propri consensi. Il partito guidato da Matteo Salvini ha ricevuto un numero di consensi pari a oltre il doppio di quelli delle elezioni politiche del 2013 (+109,4%, +402.584 voti). Similmente, se compariamo il dato del 2015 con quello delle europee del 2014 si evince una crescita in valori assoluti di quasi la metà (+50,0%) pari a oltre duecentomila unità (+256.803). Ovviamente, trattandosi di un partito a forte connotazione geo-territoriale emergono variazioni tra le regioni considerate. La crescita maggiore si è avuta nelle regioni centrali (“rosse”), ossia le aree in cui in precedenza il partito era meno forte, al punto che in questa zona la Lega Nord nel 2015 ha raddoppiato (triplicato in Toscana e Umbria) i consensi delle europee. Nel Veneto si registra l’unica contrazione rispetto al 2014 (-9,7%), plausibilmente spiegabile con il risultato eclatante della lista “del presidente” collegata al candidato Luca Zaia.