Scontro De Luca Bindi, i risultati delle elezioni regionali sono un terremoto per il governo di Matteo Renzi, che dopo il trionfo alle europee del 2014, vede ora sempre più minacciosa l’avanzata di Matteo Salvini e nel contempo rischia di perdere la supremazia sulle minoranze all’interno del PD. A complicare ulteriormente le cose il caso De Luca Bindi.
La cruda analisi di De Bortoli
Per Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera, Renzi dopo il voto avrebbe “abbassato le penne”. “La strada per la costituzione di una credibile alternativa moderata a Matteo Renzi è lunga. E questo resta il grande vantaggio di un premier a cui il voto del 31 maggio ha abbassato un po’ le penne”.
Per il giornalista queste elezioni costringerebbero Renzi a ridimensionare il suo progetto di una sinistra riformista tesa ad ignorare la parte più radicale per orientarsi verso il centro: “Il teorema renziano di un partito riformista che abbandona la sinistra più radicale, e allarga il proprio consenso al di fuori del recinto storico, appare ridimensionato. Anzi, il PD dovrebbe guardarsi un po’ di più dai suoi nemici a sinistra – autentica ossessione socialcomunista del Novecento – che sono quelli che lo hanno fatto perdere in Liguria e gli renderanno la vita difficile sulle riforme istituzionali in Senato”.
Ad affossare Renzi alle elezioni, rendendo ora il suo progetto più complicato, sarebbero stati alcuni errori compiuti in campagna elettorale, fra cui spiccherebbe in particolare la scelta di sostenere Vincenzo De Luca in Campania: “Il salernitano De Luca – che per la legge Severino contro la corruzione probabilmente non potrà governare – è stato prima subito e poi appoggiato, pagando un prezzo in termini di voti al Nord. Emiliano, neopresidente pugliese, Renzi lo ha accuratamente evitato per tutta la campagna elettorale. Dove ha perso, e nettamente, il premier aveva schierato candidati suoi, possiamo dire autentici cloni. Di pallida fedeltà. La stessa Paita, la Moretti in Veneto”.
La faida Bindi – De Luca
Ma la guerrra che si è innescata fra Rosi Bindi e Vincenzo De Luca, dopo la pubblicazione da parte del presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi della lista dei politici considerati impresentabili perché coinvolti in reati di mafia o di reati cosidetti “spia” rischia di diventare una bomba pronta a scoppiare all’interno del Partito Democratico.
De Luca infatti ha subito querelato la Bindi per diffamazione, attentato ai diritti politici costituzionali e abuso d’ufficio, atto che sicuramente non contribuirà a rasserenare gli animi all’interno di un partito già pesantemente diviso.
Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione, non ha apprezzato la scelta della pubblicazione dei nomi: “ Credo che l’onorevole Bindi, nonostante non avesse una specifica esperienza, stesse facendo benissimo il suo lavoro, con quella capacità di impadronirsi degli argomenti e della complessità dei nodi che è propria dei politici di alto livello: una volta gliel’ho anche riconosciuto alla presenza del premier. Ma questa vicenda degli impresentabili è stato, per me, un grave passo falso, un errore istituzionale.”
M5S: “Denunceremo De Luca”
“Denunceremo De Luca per minaccia a corpo politico dello Stato”. Lo annunciano i parlamentari del MoVimento 5 Stelle in commissione Antimafia. “Quella di De Luca appare una minaccia para-mafiosa a un’istituzione rea di aver fatto solo il proprio dovere”, tuonano i grillini difendendo l’operato dell’organismo parlamentare.
Salvini alza la cresta
Nel frattempo Matteo Salvini, che dalle regionali è uscito assolutamente rafforzato, punta ora alla guida del centrodestra e associando le politiche di Forza Italia a quelle di Renzi incomincia a prendere le distanze da Berlusconi. Il leader della Lega ha infatti spiegato ai microfoni della Zanzara: “Alle elezioni Politiche vado da solo perché su temi importanti come l’Europa Forza Italia è con Renzi. A Bruxelles Renzi e Berlusconi sono alleati.”