Isis: i possibili scenari dell’avanzata
(in collaborazione con Mediterranean Affairs)
L’avanzata dello Stato Islamico (ISIS) degli ultimi tempi sembra essere inarrestabile, rendendo sempre più concreto il progetto del suo leader Abu Bakr al-Baghdadi.
Il controllo su Iraq e Siria
L’ISIS, ormai presente in diverse zone del mondo arabo e non, mira ad estendere il proprio controllo in Iraq e Siria, come testimoniato dalla presa delle rispettive città di Ramadi e Palmira.
Secondo il Syrian Observatory for Human Rights, il 50% della Siria è già in mano all’ISIS. Anche la provincia di Idlib è stata conquistata da un gruppo di ribelli siriani affiliati ad al-Qaeda, sottraendo così al regime di Bashar al-Assad l’ultimo avamposto.
La scelta di sottrarre la provincia occidentale di Idlib, ed in particolare la città di Ariha, al governo siriano è stata doppiamente strategica: la città è situata al confine con la Turchia ed è inoltre geograficamente molto vicina alla provincia di Latakia, fulcro del potere del leader siriano Bashar al-Assad.
Tuttavia, l’esercito siriano non ha confermato la caduta di Ariha in mano ai ribelli, dichiarando che i combattimenti sono ancora in corso. La debolezza dell’esercito siriano e il consenso riscontrato dalle minoranze, alle quali sarebbe stata garantita protezione dopo la destituzione di al-Assad, sono stati fattori determinanti per l’avanzata dell’ISIS.
La tenaglia su Israele
Un’ulteriore manovra strategica è rappresentata dalle minacce di attacco giunte qualche giorno fa dall’organizzazione Wilayat Sinai, meglio conosciuta come Ansar Beit al-Maqdis, alla città israeliana Eilat. L’organizzazione, legata alle fronde terroristiche presenti nella striscia di Gaza, ha già sferrato diversi attacchi contro l’Egitto negli ultimi anni.
Le minacce sarebbero giunte dal terrorista Abu Othman Al-Musuli, il quale avrebbe dichiarato che Israele sta cercando di stringere un accordo con Hamas per la risoluzione con la Palestina. Le minacce ricevute non hanno però sorpreso Israele che, come risposta, ha incrementato la sicurezza ai confini con il Sinai per un possibile attacco alle forze israeliane.
L’ultimo incontro della coalizione
Lo scorso 2 giugno, intanto, si sono riuniti a Parigi i ministri degli Affari Esteri dei Paesi facenti parte della coalizione internazionale impegnata a combattere l’ISIS per pianificare una nuova strategia. In occasione dell’incontro, il Ministro degli Affari Esteri dell’Iraq, Ibrahim al-Jaafari, ha dichiarato che l’avanzata dell’ISIS continua ad essere rapida ed in ascesa proprio per le misure inefficaci attuate finora dall’Occidente.
Il Presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, ha ribadito di non voler intervenire mediante l’invio di truppe sul campo, preferendo attaccare le postazioni jihadiste attraverso raid aerei: questa strategia difensiva è stata riconfermata dalla stessa coalizione poiché ritenuta più sicura ed efficiente per la lunga lotta contro l’ISIS.
In precedenza, il governo israeliano aveva mostrato di non condividere le posizioni della coalizione, preoccupandosi piuttosto delle manovre politiche dell’Iran. Tuttavia, le recenti minacce giunte a Israele potrebbero spostare le attenzioni sulla lotta all’ISIS, data la folta presenza di adepti dell’ISIS nell’area mediorientale e la posizione strategica della città israeliana Eilat. E la conquista del relativo porto rappresenta oggi uno dei principali obiettivi l’ISIS.
Lucia Vasta
(Mediterranean Affairs – Editorial board)