Una veste inedita per Jovanotti, che sale in cattedra all’Università di Firenze, con delle dichiarazioni però destinate a sollevare polemiche. Il ‘professor’ Cherubini si presenta in aula con camicia colorata e cappello nero in testa e risponde alle domande dei ragazzi, parlando di tutto, a partire dalla politica. Il cantautore inizia dai risultati delle Regionali e il crollo dell’affluenza: “è un problema legato all’immagine poco seria che dà la politica di sé, i ragazzi non si appassionano, invece in una certa fase della mia vita le elezioni io mi emozionavano molto. Non a 18 anni, quando sulla scheda scrissi James Brown… Poi però ho capito che non votare è una tragedia: se non lo fai, qualcuno decide per te”. Su Renzi: “non mi sembra un tecnocrate, tuttavia lo includerei nel fenomeno della debolezza della politica. Io il cantautore del governo? No, io sono libero ed esprimo liberamente le mie opinioni, sempre” – mentre sul PD: “c’è un fermento che non può che essere positivo, guai se il Pd fosse un partito persona”.
Ma è sull’Italia e sulla situazione dei giovani che Jovanotti scatena le polemiche: “è un paese in subbuglio, per questo lo vedo ringiovanito” – e una sua risposta sul lavoro accende la miccia: “il mondo è cambiato, nei festival in America vedevo tantissimi ragazzi che lavoravano. Erano tutti volontari, non venivano pagati, ma si portano a casa un’esperienza. È capitato anche a me”. Dure le repliche sui social (c’è chi scrive: “Non c’è niente di peggio di un milionario che dice a dei morti di fame di andare a lavorare gratis”), ma Jovanotti non ci sta e prontamente arriva la replica sul profilo ufficiale Facebook: “Ora va bene tutto, ma io di passare come quello che oggi avrebbe detto che è giusto lavorare gratis non ne ho nessuna intenzione, per il semplice fatto che non l’ho detto e non lo penso”.