Regionali, l’analisi elettorale Demos: dal forza-leghismo al lega-forzismo

Analisi elettorale Demos: il grafico confronta l'andamento dei trend riguardanti i voti di Forza Italia e Lega Nord dal 2010 al 2015.

Regionali 2015: l’analisi elettorale Demos di Ilvo Diamanti. La Lega fagocita Forza Italia, si passa dal forza-leghismo al lega-forzismo.

In queste elezioni regionali uno dei pochi dati, se non l’unico, sul quale concordano tutti gli analisti, i giornalisti e i commentatori è l’ascesa indiscutibile della Lega Nord. Secondo l’analisi elettorale di Ilvo Diamanti (Demos) per Repubblica a questo punto si può invertire il termine coniato anni fa da Edmondo Berselli: Si passa, così , dal Forza-leghismo al lega-forzismo con un chiaro sbilanciamento a destra del baricentro della futura e ipotetica alleanza.

Dopo la crisi del leader politico che ha incarnato e rappresentato il centro-destra per venti anni, Silvio Berlusconi, l’unico leader emerso con forza in quell’area politica è stato Matteo Salvini che ha “lepenizzato” la Lega Nord, posizionandosi nel contesto delle forze di estrema destra anti-europee. Questa campagna mediatica aggressiva ha estremizzato il Carroccio che dopo un momento di crisi molto profondo nelle politiche 2013 (2,9%) con lui al timone, ha iniziato prima a recuperare consensi e poi a moltiplicarli.

Analisi elettorale regionali 2015: L’evoluzione del voto e il “sorpasso”

In questa tornata elettorale, come mostra il grafico e come analizzato per esempio dall’Istituto Cattaneo, avviene il sorpasso sui (cugini?) azzurri.  Il partito di Salvini ottiene il 17,9% dei consensi ( considerando l’assenza della Lista in Campania). Il partito dell’ex Cavaliere,invece, raggiunge il 13,3%. Solo un anno tra le due forze c’era una forbice superiore ai 12 punti percentuali. Nel 2013 la differenza si aggirava intorno al 20%. E’ bene sottolineare come in questi dati siano considerate anche le liste civiche dei candidati vicini alla Lega. Su tutte spicca quella del Governatore del Veneto, Luca Zaia che è stato ri-eletto a furor di popolo.

 

 

Per un osservatore poco attento il “sorpasso” potrebbe essere addolcito dalla vittoria di Giovanni Toti in Liguria. Osservando il secondo grafico, però, ci rendiamo conto come,anche, nel ponente siano stati determinanti per il successo, la Lega Nord e le liste ad essa collegate (20,3% vs 12.7%).  Tra i due partiti c’è un rapporto di uno a due in Toscana, un punto di vantaggio nell’Umbria e circa 4 nelle Marche, sempre per i leghisti. L’unico freno per gli uomini di Salvini è rappresentato dal Sud che si conferma terra off-limits: lista non presentata in Campania e un misero 2,4% in Puglia.

 

Analisi elettorale: Ilvo Diamanti e il Lega-forzismo

Nel corso del suo articolo, Diamanti, si concentra a spiegare quali siano le vicinanze nei due elettorati considerati e a ridefinire lo steso. I termini usati nella descrizione sono essenzialmente tre: “Padano”, anti-centralista o meglio anti-statalista e in continua coabitazione e transizione tra i due partiti. Se prima la guida spettava a Forza Italia ed era lecito parlare di Forza-Leghismo, oggi, visti i rapporti di forza, è il caso di ribaltare e rovesciare il neologismo passando al Lega-Forzismo. A tal proposito spiega il Presidente Demos: “Matteo Salvini, non per caso, ha chiarito subito che si candida come “alternativa di governo”. Come dimostra questo voto, è lui “il leader del Centrodestra”. Un messaggio rivolto, anzitutto, a Berlusconi, che “sa leggere i numeri”. Da ciò la sfida finale a Berlusconi e a Renzi. Perché Salvini si considera “oltre” Berlusconi. L’unico, vero avversario, l’unica vera alternativa a Renzi. E se si guardano i risultati delle elezioni di domenica, si tratta di una sfida fondata. Perché il bacino elettorale dei diversi candidati di Centro-destra supera il 40% dei voti validi. E risulterebbe, dunque, competitivo.. “Ha spostato, apertamente e decisamente, il partito oltre la Padania. Ha, cioè, messo fra parentesi il linguaggio autonomista e, tanto più, secessionista. Per contro, ha accentuato i messaggi e le rivendicazioni (non solo verbali) contro la “minaccia” globale. Contro gli stranieri, che sbarcano sulle nostre coste. Contro l’Unione e la moneta europea.”

Analisi elettorale: i limiti della Lega di Salvini

L’abbandono dei temi “storici” leghisti come la secessione o la priorità alle regioni settentrionali va letto nella logica della costruzione dell’alternativa di governo. Nonostante questo restyling, però, è il caso di evidenziare come ci siano numerose incognite e problemi nel radicamento al sud, cosa riuscita,invece, nelle regioni rosse. In chiusura dell’articolo, a testimonianza di questa fisiologica difficoltà, si può osservare come ci siano state percentuali da prefisso telefonico nelle amministrative di Andria (2,6%), Chieti (2%) e Matera (0,6%).