Elezioni Regionali 2015, sfida tra partiti e coalizioni ma non solo. La tornata elettorale del 31 maggio scorso, che ha visto una conferma dei rapporti di forza preesistenti – 5 regioni al centrosinistra, 2 al centrodestra – con due soli passaggi di consegne (la Campania dal centrodestra al centrosinistra, la Liguria con percorso inverso), ha evidenziato ancora una volta la diminuzione generalizzata dell’affluenza, ovvero del rapporto tra votanti ed elettorato attivo, cioè il numero di cittadini in possesso di tutti i requisiti – legali ed anagrafici – per potere esercitare il diritto di voto.
Elezioni Regionali affluenza: il crollo nelle infografiche
Qui di seguito è presente un’infografica che racchiude i dati sull’affluenza dal 1995 – anno dell’introduzione dell’elezione diretta del Governatore – ad oggi nelle sette regioni chiamate al voto (passando con il mouse sul grafico è possibile visualizzare ulteriori informazioni):
Come si può notare dal grafico, il crollo è pressoché inarrestabile ovunque: la media delle sette regioni scende dall’81.41% del 1995 al 52,06% del 2015, con un calo di quasi 30 punti percentuali.
Delle sette Regioni chiamate al voto, quella con il crollo più deciso è la Toscana, che nel giro di 20 anni ha fatto registrare un -36.88%, dal 85.16% del 1995 al 48,28% del 31 maggio scorso. La Regione con il calo più contenuto è invece la Campania, passata dal 73.90% del 1995 al 51.93% del 2015, una diminuzione di poco meno di 22 punti percentuali.
L’unica, parzialissima ed estemporanea eccezione rispetto al crollo generalizzato, è rappresentata dalla Puglia, che nel 2005 fece registrare un piccolissimo incremento dell’affluenza: +0.27%, dal 70.22 del 2000 al 70.49 del 2005. In tutte le altre regioni – e nella stessa Puglia ad eccezione del caso appena elencato – la tornata elettorale regionale successiva ha sempre fatto registrare una diminuzione della percentuale di votanti.
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