L’immigrazione torna ad agitare i sonni dei governatori della Lega Nord. “Smettiamola con l’ illusione di poter sopportare e gestire un esodo biblico”. A dirlo è il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che intervistato dal Corriere della Sera torna sui flussi di migranti e avverte: “Il Veneto è una bomba che sta per scoppiare“. Se si deve trovare un tetto ai migranti? “Fino a quando è possibile farlo. In Veneto abbiamo 514mila immigrati regolari, pari a quasi l’11% della popolazione. Di questi, 42mila non hanno un lavoro. Insieme a Emilia Romagna e Lombardia siamo i più accoglienti. Basta”.
Zaia torna sul sistema delle quote: il nostro sì al piano di ripartizione? “Questo lo dice Alfano, sapendo di mentire. Già durante l’ emergenza della primavera del 2011 fui l’unico che si rifiutò. E non ho cambiato idea. Infatti in Veneto la gestione venne affidata ai prefetti. Lo scorso 14 luglio alla conferenza delle Regioni abbiamo anche messo nero su bianco il nostro dissenso. Eravamo uno contro tutti. Per non bloccare l’ intero provvedimento – spiega Zaia -, obtorto collo abbiamo fatto un patto tra gentiluomini. Ma vedo che il governo e Alfano continuano nella loro azione violenta nei nostri confronti”.
Zaia aggiunge: “L’ospitalità diffusa – dice il governatore – non è altro che un invito alla dispersione sul territorio. Lo sanno tutti, i migranti per primi. Solo gli ipocriti possono pensare che tendopoli improvvisate o caserme dismesse da trent’ anni e inabitabili per ogni essere umano, possano essere una soluzione idonea”. Le alternative? “Centri di prima accoglienza gestiti in loco dalla comunità internazionale, la stessa che in Libia ha combinato quel casino. Tocca all’ Europa mettere d’ accordo le varie fazioni”.
Maroni: “Taglieremo i soldi a sindaci che accolgono immigrati”
“Riduzione dei trasferimenti regionali ai sindaci lombardi che dovessero accogliere nuovi migranti” lo ha affermato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, interpellato sui nuovi sbarchi, a margine di un evento alla Scala di Milano. “È un fatto gravissimo – ha risposto Maroni ai cronisti – scriverò una lettera ai prefetti lombardi diffidandoli dal portare in Lombardia nuovi clandestini, poi anche ai sindaci dicendo loro di rifiutarsi di prenderli perché – ha continuato – non devono stare. Ai sindaci che dovessero accoglierli ridurremo i trasferimenti regionali come disincentivo alla gestione delle risorse”.
Fassino, Chiamparino e Renzi contro Maroni
Le parole di Maroni hanno raccolto l’indignazione del Pd. “Mi sembra evidente la strumentalità politica di Maroni sull’immigrazione e forse bisognerebbe avvertirlo che la campagna elettorale è finita” afferma il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino, sottolineando che “un’eventuale interruzione dei trasferimenti ai Comuni sarebbe oggetto di innumerevoli ricorsi”. Duro anche il commento del sindaco di Torino e presidente Anci, Piero Fassino. “Non è nei poteri di un presidente di Regione decidere quale politica di accoglienza di profughi persegue il nostro paese. Tanto meno è accettabile che si minaccino in modo ritorsivo, e illegalmente, riduzioni di risorse ai comuni che ospitano profughi”.
Nel pomeriggio arriva anche la replica del premier Matteo Renzi. “Basta con la filosofia dello scaricabarile e giocare con la demagogia: Non basta fare comunicati stampa e slogan per risolvere il problema dell’immigrazione. Alcuni di quei governatori che si lamentano erano al governo quando è stata decisa la politica che ha condotto alle attuali regole”. Il premier se la prende poi con l’Europa. “Le proposte che ha fatto l’Ue sulla suddivisione dei migranti al momento sono largamente insufficienti”.