L’Autorità Nazionale Anti-corruzione chiede al governo e al Parlamento la modifica della Legge Severino, avanzando 25 proposte di modifica. Il tutto è stato oggetto di un atto di segnalazione approvato dall’authority oggi presieduta dal magistrato Raffaele Cantone.
Legge Severino, necessità di un’armonizzazione delle norme
L’intervento dell’autorità è avvenuto mentre si sta discutendo il disegno di legge Madia, il quale prevede, all’articolo 6, che l’esecutivo adotti entro sei mesi decreti integrativi e correttivi dei due decreti attuativi – il 235/2012 e il 39/2013 – della legge 190 del 2012.
Muovendosi in tre ambiti, cioè quello dell’inconferibilità, quello dell’incompatibilità e dei poteri in capo all’Anac, l’Authority guidata da Cantone ha proposto, in alcune circostanze, integrazioni e modifiche “per carenze della delega già conferita dalla legge n. 190 o per esigenze di ridefinizione organica della disciplina”.
Questo, ad esempio, è il caso dell’estensione del regime di incompatibilità e inconferibilità. Nel primo caso, l’autorità parla delle attività professionali e le consulenze svolte da congiunti del titolare dell’incarico. Nel secondo, invece, l’Anac si focalizza sugli incarichi per chi proviene da cariche pubbliche in partiti o sindacati o quelle figure dirigenziali nelle aziende sanitarie.
Proprio sulla definizione di “incarichi dirigenziali”, così come nei rapporti di incompatibilità tra società controllanti e controllate, o della distinzione tra “enti di diritto privato in controllo pubblico” e “enti a partecipazione pubblica non maggioritaria”, poi, l’Anac chiede maggiori chiarimenti.
C’è, poi, un’altra questione: quella che riguarda le divergenze tra l’inconferibilità (d. lgs. 39/2013) e la sospensione (d. lgs. 235/2012) in caso di condanna non definitiva. L’Authority, infatti, rileva che, nel primo caso, c’è una graduazione dei reati previsti dal codice penale nell’ambito dei danni contro la Pubblica amministrazione, mentre nel secondo essa non esiste. Tanto più, dicono da via Minghetti, che si pone un problema di “possibile disparità di trattamento, nella disciplina delle conseguenze previsto per i parlamentari nazionali e quello dettato per gli amministratori regionali e locali.”
Cantone: “Le proposte non avvantaggiano De Luca”
La questione della sospensione e dell’inconferibilità menzionate dall’atto ha suscitato polemiche. La presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi ha affermato ad Omnibus che “non era questo il momento” per le proposte dell’Anac. C’è chi, poi, vede un legame tra le proposte connesse al caso di Vincenzo De Luca.
Ai microfoni dell’Huffington Post, però, il presidente dell’Autorità Raffaele Cantone ha smentito: “Queste raccomandazioni non fanno né caldo né freddo a De Luca”, ha affermato il magistrato, concludendo che “sicuramente nessuna di queste proposte va a suo vantaggio”. “Il nostro è un lavoro che abbiamo cominciato da mesi, e che abbiamo presentato oggi perché stanno per scadere i termini di presentazione degli emendamenti al Ddl Madia” ha proseguito il magistrato, che ha concluso che”ci sono gli spazi per ampliare gli interventi del decreto 39 (Patroni Griffi)”.