Khaled Fouad Allam: trovato morto il sociologo algerino studioso del mondo islamico
È stato trovato ieri mattina il corpo senza vita di Khaled Fouad Allam. A trovarlo sono stati gli inservienti dell’albergo preoccupati perché l’ospite non aveva dato notizie dalla sera precedente, che, quindi, hanno aperto la porta con un passepartout e hanno scoperto il corpo del docente steso sul pavimento, senza segni di violenza. Si ipotizza che possa essere deceduto in seguito a un malore, ma la salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria, che ha sigillato la stanza per eseguire alcuni accertamenti e successivamente si proseguirà con l’autopsia.
Chi era Khaled Fouad Allam?
Sessant’anni, algerino di nascita, ma italiano d’adozione. La sua è stata una vita spesa all’insegna della ricerca e dell’approfondimento delle tematiche musulmane, analizzate sotto un’ottica pacificista. Ricercatore all’Università degli Studi di Trieste, dove insegnava Sociologia del mondo musulmano e Storia e istituzioni dei paesi islamici, docente di islamica alla “Carlo Bo” di Urbino. Nel 2006 è stato candidato per l’Ulivo alle elezioni per la Camera ed è stato eletto deputato nella circoscrizione Puglia. Successivamente ha aderito al Pd, ma non si è ricandidato nelle elezioni 2008.
Il suo passo indietro nell’attività politica nazionale, non lo aveva fermato dall’essere membro del partito radicale transnazionale e nel 2010 è stato consulente del Comune di Mazara del Vallo (TP) come esperto del sindaco Nicola Cristaldi per le politiche d’immigrazione. Successivamente ha continuato a svolgere l’attività di giornalista esperto di rapporti tra Islam e Occidente.
Khaled Fouad Allam, Il suo ultimo lavoro
Di recente aveva pubblicato il suo ultimo lavoro, «Il jihadista della porta accanto», dedicato ai rischi che l’Isis può portare agli scenari geopolitici in Medio Oriente. Il libro è anche arrivato ad una seconda edizione che riportava l’aggiornamento del quadro politico internazione, successivamente alla strage di Parigi di pochi mesi fa alla redazione di Charlie Hebdo.
Chiara Cappitta