La battaglia del ballottaggio a Venezia tra Felice Casson e Luigi Brugnaro sta per volgere al termine. Domenica, i veneziani sceglieranno il successore di Vittorio Zappalorto, tra le speranze del parlamentare Pd di intercettare il voto grillino e quelle dell’imprenditore di fare il colpaccio, dopo esser riuscito a sintetizzare attorno a sé un centrodestra modello Liguria e Umbria.
Brugnaro: “Lo faccio per la città”
Dopo l’accordo con Francesca Zaccariotto (ultima presidente della provincia di Venezia, candidata da Fratelli d’Italia, Civica 2015 e Venezia Domani), Brugnaro è riuscito a strappare anche il sì ufficiale del Carroccio che, in caso di vittoria, avrà la poltrona di vicesindaco.
“Ho fatto accordi trasversali con tutti” ha spiegato l’imprenditore ai microfoni di Libero, respingendo le accuse del Pd di non aver mantenuto fede alla promessa di stringere accordi con i partiti tradizionali. “La mia lista è il primo partito in città. Se tutto andrà bene faremo una specie di cappotto e in Consiglio ci saranno praticamente soltanto i miei” ha sottolineato.
“Questa cosa la sto facendo per la città. Io dal comune non voglio un euro: dovessi vincere, il mio stipendio andrà totalmente su un fondo per le persone bisognose” ha, poi, proseguito Brugnaro, che spera di poter vestire la fascia tricolore della città lagurare. Un po’ per il clima che si respira a Venezia in questi giorni: “C’è euforia. La gente vuole cambiare” ha spiegato il patron della Reyes ricordando che”le persone mi fermano per strada e mi incitano”. Un po’ per lo svantaggio che, dopo la convergenza dell’intero centrodestra, si trasforma in vantaggio, almeno sulla carta. “I numeri sembrano quelli giusti.” ha affermato Brugnaro che, ha aggiunto: “Vada come vada, comunque, accetterò il verdetto popolare”.
Incalzato da Michele Muro, Brugnaro torna su alcuni punti del programma. Tra questi, il ripopolamento del centro storico: “La città vive una fase di isolamento” ha spiegato l’imprenditore, affermando che “Venezia deve tornare alla portata della sua gente, in tutti i sensi”. Poi, si passa alla questione dei cosiddetti degli ambulanti abusivi. Per Brugnaro l’unico modo per “fermare l’esercito dei vucumprà” è “dandogli la caccia e mettendoli in gattabuia”.
Sul primo atto da sindaco, se eletto, Brugnaro non manca di lanciare la frecciatina al suo sfidante, polemizzando col fatto che, nel corso della campagna elettorale, l’ex magistrato non si sia dimesso da senatore: “Augurerò buon lavoro a Casson, dato che non vuole proprio dirci cosa farà se perderà” commenta Brugnaro.
Casson alla ricerca di voti nel bacino grillino
Nel frattempo, Casson cerca di consolidare il vantaggio del primo turno (38% contro il 28% di Brugnaro) cercando di pescare nell’elettorato grillino, con tanto di appelli ai pentastellati di Marco Travaglio, Stefano Rodotà e del giudice Ferdinando Imposimato.
In un’intervista a Repubblica, ieri, il magistrato ha affermato di voler accogliere i cinque punti che i pentastellati lagunari di Davide Scano hanno posto ai due candidati giunti al ballottaggio: “Domani manderò un’e mail scritta ai consiglieri per confermare la mia adesione” ha affermato Casson. “Si tratta di punti molto articolati tecnicamente, ma gran parte delle questioni che pongono erano già nel mio programma” ha continuato il magistrato, che ha ribadito di sentire “la base dei 5 stelle molto vicina”.
Oltre alle proposte grilline, Casson sposerà la linea dura in tema di migranti – “Venezia ha già dato” ha affermato qualche giorno fa – e intenderà “migliorare l’internazionalità” della città sul piano culturale e dell’innovazione, annunciando le “superconsulenze” a titolo gratuito dell’economista Francesco Giavazzi, del patron di Diesel Renzo Rosso e del critico d’arte Philip Daverio.