Proclamazione consiglieri regionali eletti slitta ancora in Puglia. Perché? La questione è semplice da spiegare sebbene contenga un’intricata matassa giuridica. La Regione Puglia ha approvato una legge con cui ha ridotto da 70 a 50 i consiglieri regionali salvo nell’ultima parte della consiliatura stabilire le nuove regole per l’elezione dei consiglieri e la distribuzione dei seggi tra le sei province pugliesi. Approvata la nuova legge elettorale è bastata la prima votazione, quella di Domenica 31 Maggio, per evidenziarne tutti i limiti.
Distribuzione non omogenea tra eletti e grandezza territori
Due i nodi su cui si pare si sia impantanati la questione sino al punto da dover ritardare la proclamazione dei consiglieri regionali eletti. La prima è l’assegnazione dei seggi in base ai resti che pare contraddire la omogenea rappresentanza di consiglieri nelle diverse province. E cosi anziché eleggere 15 consiglieri regionali nella provincia di Bari, 10 a Lecce, 8 a Foggia, 7 a Taranto e 5 rispettivamente nelle province di Brindisi e di Barletta-Andria-Trani oggi ci si ritrova con una prima distribuzione di consiglieri regionali abbastanza sproporzionata tra grandezza della provincia e numero di eletti. A Bari sarebbero 12 gli eletti (-3), a Lecce 10, a Foggia 9 (-1), a Taranto 9 (+2), a Brindisi 4 (-1) e nella Bat 7 (+2).
I seggi a rischio
Si preannunciano ricorsi per una corretta interpretazione della norma. Ad annunciare battaglia sono gli aspiranti consiglieri regionali convinti di aver subito un’interpretazione sbagliata della normativa. A cui si aggiunge la notizia più recente di una trascrizione della legge sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia non in linea con gli emendamenti approvati. Un vero e proprio disastro. A farne le spese perdendo il seggio potrebbero essere ben tre consiglieri regionali del Partito Democratico: Fabiano Amati, Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea.
Su errori di trascrizione della legge elettorale
Rischia quindi di slittare per questioni relative alla corretta trascrizione e interpretazione della legge elettorale regionale la proclamazione degli eletti al Consiglio Regionale della Puglia. Il primo problema, come detto, riguarda alcuni errori materiali che sarebbero presenti nella trascrizione della legge elettorale regionale. L’errore sarebbe stato segnalato dalla Prefettura di Bari con una lettera inviata ai presidenti del Consiglio e della Giunta regionali, oltre che all’ufficio centrale della Corte d’Appello.
Sub emendamento su riequilibrio distribuzione seggi
Il secondo rilievo è stata mosso dal consigliere regionale uscente Davide Bellomo (Lista Schittulli, non riconfermato) secondo cui nella trascrizione della legge elettorale approvata dal Consiglio regionale, non sarebbe stato inserito un sub emendamento che era invece stato approvato e che consentirebbe una riequilibrio nella distribuzione dei seggi assegnati nei collegi provinciali. Il calcolo fatto, (secondo Bellomo e altri candidati non eletti) avrebbe penalizzato infatti alcune province assegnando ad altri collegi un numero di seggi sovradimensionato rispetto alla popolazione. La questione sarà esaminata in una riunione dell’ufficio della presidenza del Consiglio regionale convocata per lunedì prossimo.
Emiliano col problema donne in giunta
Quello dei seggi non è l’unico problema con cui dover fare i conti in Regione Puglia. La legge elettorale prevede un numero massimo di assessori pari a 10 di cui, è specificato, massimo due possono essere gli assessori esterni. Tradotto: il neo eletto Presidente della Regione Michele Emiliano che ha annunciato di tenere per se’ la delega alla Sanità, dovrà individuare gli altri 8 assessori tra i consiglieri regionali eletti. Peccato che tra gli eletti nelle file del centrosinistra non ci sono donne e quindi viene meno la possibilità di rispettare un’equa distribuzione di genere. Emiliano dopo aver offerto l’ingresso in giunta a neo-elette consigliere regionali del MoVimento 5 Stelle sembra orientato a nominare una giunta ponte con 7 assessori comprese le prime due donne che potrà scegliere tra gli esterni. Il lavoro sarà completato dopo la riforma della legge elettorale che a questo punto si impone come una priorità. Sperando che questa volta si riesca a fare di meglio.