Svezia: nozze reali nel momento peggiore per la monarchia
Svezia: le nozze del Principe Carlo Filippo arrivano nel momento di più basso gradimento per la monarchia.
La distanza dal paese “reale”
La Svezia si prepara a celebrare le nozze del principe Carlo Filippo con Sofia Hellqvist, insegnante di yoga ed ex personaggio televisivo. I tabloid nelle scorse settimane hanno dedicato pagine e pagine al matrimonio, la televisione pubblica svedese lo trasmetterà ininterrottamente per 9 ore.
Tuttavia, è facile constatare come la società svedese (multiculturale, quasi completamente laica) abbia da tempo voltato le spalle al modello patriarcale e protestante rappresentato dalla monarchia. La distanza tra il paese “reale” e la famiglia “reale” si acuita negli ultimi anni: mai come di questi tempi la monarchia è stata così impopolare in Svezia.
Sospesi tra monarchia e repubblica
Si prevede un grande affollamento sul percorso del corteo reale, ma ben poche altre manifestazioni pubbliche d’affetto. La maggior parte degli svedesi preferirà seguire le nozze in televisione; “alla gente non piace ammettere di essere interessata al matrimonio” riferisce Liv Sander, giornalista del Svensk Damtigning, uno dei tabloid che ha dedicato maggior spazio alle nozze, intervistata dal Guardian.
Recenti indagini hanno dimostrato che solo la metà degli svedesi sostiene la monarchia (solo 12 anni fa l’appoggio era stabile intorno al 70%), più di un quarto sosterrebbero la causa abolizionista. La disaffezione è stata accelerata da un libro pubblicato nel 2010 che non solo ha rivelato sordidi dettagli sulle scappatelle del re Carlo XVI Gustavo (capo di stato da 41 anni) ma ha anche richiamato l’attenzione sui legami tra la monarchia svedese e i vertici del nazismo durante la seconda guerra mondiale.
Anche se partito socialdemocratico e verde nei loro manifesti spesso accennano alla causa abolizionista, tuttavia, non sembra possibile nell’immediato futuro il passaggio alla repubblica. D’altra parte, il matrimonio reale e la nascita del primogenito della Principessa Madeleine difficilmente riaccenderanno il fervore realista. In molti si chiedono come può una democrazia, che tenta continuamente di perfezionare i propri standard meritocratici e l’accesso alle pari opportunità, dirsi tale se non può nemmeno eleggere il proprio capo di stato?