Matteo Renzi ha spento la sua carica propulsiva? Secondo Massimo Gramellini, editorialista della Stampa, sì.
Giglio Magico, avete un problema. Il vostro Renzi sta diventando un primo ministro come gli altri. Ieri si trovava all’Expo per un incontro Italia-America Latina. Ma il Matteo di un anno fa avrebbe liquidato rapidamente la questione Morales per precipitarsi in ospedale dal ferroviere che, in un altro incontro Italia-America Latina appena avvenuto su un treno milanese, si era visto affettare il braccio sinistro da un machete.
Poi Renzi è andato a un convegno istituzionale, mentre il fu Matteo si sarebbe precipitato alla stazione per rendersi conto di persona dell’emergenza del momento, i migranti che bivaccano sui binari di mezza Italia nella speranza di raggiungere un’Europa che ha chiuso loro le porte e sputato in faccia al governo italiano. Avrebbe coordinato i soccorsi, quel Matteo, magari alzato un po’ di polvere con dichiarazioni roboanti.
Ma avrebbe comunicato ai cittadini la presenza fisica dello Stato, di uno Stato giovane, energico e impegnato ad affrontare i problemi in modo anticonformista. Così avrebbe oscurato le parole d’ordine dell’antistato leghista, incarnato da quel Maroni che, da quando è finito nel tritacarne per l’assunzione delle sue amiche, ha dismesso i panni del burocrate invisibile per trasformarsi in un Salvini senza felpa che vuole mandare l’esercito a sparare sui treni.
Giglio Magico, attenzione: l’esercizio del potere ingrigisce, spolpa e fa perdere di vista l’essenziale. Chi ha plebiscitato il vostro Renzi alle primarie e dato il 40% dei voti europei al Pd lo ha fatto per avere Matteo. Se avesse voluto un leader imbalsamato si sarebbe tenuto Letta, che era più competente.