“Sono leghista e orgoglioso di esserlo, ma sono soprattutto un governatore. Io non attacco il governo per tutto quello che fa, magari lo faccio contro quello che non fa. Esiste un problema immigrazione, cosa sta facendo il Governo? Nulla. Da ultimo siamo anche stati sbeffeggiati dall’Europa”. A parlare è Roberto Maroni, intervistato da Lucia Annunziata durante la trasmissione Rai In 1/2 ora. Un Maroni che tende la mano al governo, annunciando un prossimo incontro con il premier: “Renzi mi ha chiesto un incontro nei prossimi giorni, ancora non so quando avverrà ma sono contento di parlare finalmente della questione. Per mesi abbiamo sollecitato un incontro tra il governo e le Regioni”.
Il governatore della Lombardia sottolinea un punto fondamentale: “Sono contento se il governo capisce che quando come governatori io e Zaia poniamo il problema dell’immigrazione non lo facciamo per becero razzismo ma perché è un tema serio”. E ancora: “Nelle nostre posizioni non c’è niente di estremista ma c’è buon senso”.
Maroni e le quote
L’ex leader della Lega Nord, pur aprendo al dialogo, non risparmia critiche all’esecutivo nazionale: “è debole e soffre di annuncite”. E sull’emergenza migranti spiega la propria ricetta: “il governo deve fare quello che ho fatto io e cioè bloccare le partenze, creando dei campi profughi nei paesi africani di transito”. Un lavoro da fare insieme all’ONU, lasciando perdere l’UE: “Anch’io inutilmente nel 2011 avevo cercato la solidarietà dell’Unione europea e mi dissero di no, perciò non sono sorpreso. La sorpresa è che in Italia qualcuno si fosse illuso. Io da solo feci l’accordo con la Tunisia”.
Riguardo alle quote regionali, Maroni spiega di non essere disposto – come anche il Veneto e la Liguria, altre regioni governate dal centrodestra – ad accettare nuovi profughi, poiché “altre regioni come il Friuli Venezia-Giulia ne hanno pochi, vogliamo una equa distribuzione”.