Usa: il repubblicano Jeb Bush ha messo fine a speculazioni che durano da mesi e ha annunciato la propria candidatura alla Casa Bianca.
Usa: il terzo Bush
George e poi George W., adesso tocca a Jeb correre per la Casa Bianca nel nome della dinastia Bush. Quando alla CNN gli hanno chiesto di parlare di suo padre, Jeb l’ha definito “il più grande uomo vivente” al cui solo pensiero gli viene da piangere, invece, quando gli hanno chiesto del fratello, la reazione è stata diversa. “Jeb non è George” ha risposto, “Jeb è Jeb, e la sua vita è diversa”. Punterà su questa diversità Jeb Bush per conquistare la Casa Bianca?
L’annuncio della candidatura arriva oggi, dopo 6 mesi di campagna elettorale “occulta”, ma ieri era già stato presentato il logo della campagna elettorale: in molti hanno fatto notare la stretta somiglianza con quello usato quando Bush concorreva per il governatorato della Florida (poi conquistato nel 1998). Ancora una volta ha lasciato fuori dal logo il cognome della sua famiglia, giudicandolo troppo ingombrante.
Usa: una vita di decisioni difficili
Lo ama ripetere spesso Jeb Bush, la sua è stata una vita coronata da molti successi e da molte sconfitte; spesso ha dovuto prendere delle “decisioni difficili”. Come si aspettavano diversi analisti, il “terzo Bush” punterà tutto sulla parola “esperienza” sin dalle primarie dei repubblicani. “Esperienza” conseguita come governatore e uomo d’affari all’estero, che manca per esempio al suo rivale di partito Marco Rubio (18 anni in meno di lui). “È qualcosa che manca da tempo alla presidenza, un uomo che sia stato temperato dalla vita” ha detto recentemente lo stesso Bush (ha 8 anni in più di Obama).
Bush condivide la tradizionale “linea dura” repubblicana in politica estera, non importa che si parli di Stato Islamico o della Russia putiniana. D’altra parte, ha sempre sostenuto un approccio moderato alle questioni interne: non ha mai partecipato alla battaglia del suo partito sulla riforma dell’istruzione, tanto meno a quella sull’immigrazione. Sua moglie Columba è di origini messicane e lui parla correntemente lo spagnolo: il voto degli ispano-americani diventa sempre più cruciale alle elezioni americane e Jeb Bush lo sa bene.