Il turno di ballottaggio galvanizza il M5S che vince cinque ballottaggi su cinque e lo fa con numeri altissimi. Questi i comuni in cui si sono affermati i sindaci del MoVimento: Gela (Sicilia), Augusta (Sicilia), Venaria (Piemonte), Quarto (Campania) e Porto Torres (Sardegna).
La vittoria è netta e sul blog di Beppe Grillo viene esternata tutta la soddisfazione: “Abbiamo vinto in tutte le città: un filotto a 5 Stelle”.
Di Maio sulle elezioni comunali di Roma
A Roma, annuncia l’esponente M5S, “faremo le comunarie, saranno gli attivisti a decidere”. Alessandro Di Battista? “Mi sembra che il primo a dirvi di non voler fare il sindaco sia stato lui”. “Ad ogni modo – prosegue Di Maio – questa destra non mi fa paura perché è tutto e il contrario di tutto, e non sarà mai capace di fare una lista unica. Se ci riuscisse, i voti si sottrarrebbero invece che sommarsi. Quando le persone capiranno che in Liguria Salvini e Alfano hanno corso insieme, si renderanno conto del bluff”.
“Con l’Italicum puntare al ballottaggio”
Sull’Italicum, Di Maio commenta “Il ballottaggio è un voto di consenso. Quando si corre per andare a governare un Paese, tra due forze, votano noi. Se c’è un ballottaggio a livello nazionale, è auspicabile che l’effetto sia lo stesso”. “Quando ne hanno la possibilità i cittadini votano per il cambiamento. Renzi non lo rappresenta più. L’idea che mi sono fatto di questi ballottaggi è che i cittadini abbiano votato contro il Pd. A Venezia, Matera, Chieti, non c’erano meriti dell’avversario”.
“M5S sta semplicemente crescendo”
“Noi parlamentari non abbiamo preso il posto di nessuno. In campagna elettorale ci siamo stati noi, c’è stato Grillo. Che Casaleggio rimanga dietro le quinte non è una novità. Il Movimento sta semplicemente crescendo, esprime volti nuovi, è scalabile fino all’ultimo gradino, ma non c’è nessun parricidio in atto”. Lo afferma in un’intervista a Repubblica Luigi Di Maio, del Movimento Cinque Stelle. “Abbiamo vinto con percentuali altissime”, rimarca il vicepresidente della Camera. “Questo significa che ovunque riusciamo a superare il meccanismo di controllo del voto che sono le coalizioni, quando la nostra lista corre ad armi pari con gli altri partiti, abbiamo la meglio”.