“Solo i titoli nell’inchiesta su Mafia Capitale farebbero smarrire la fede a un santo…Però le urne dicono che il Pd sta perdendo una parte delle sue radici sociali”. Lo afferma a Repubblica, Gianni Cuperlo, leader di Sinistra dem.
Tuttavia, osserva, “è ingeneroso prendersela con i candidati per il popolo, non ci sono renziani o eretici, ma il Pd”. “Qua l’allarme è suonato per tutti”, sottolinea Cuperlo. “Governare 10 regioni contro 2 conta, e molto. Ma la realtà dice anche che abbiamo perso due milioni di voti rispetto a un anno fa. E dai ballottaggi è venuta la conferma che un pezzo della sinistra ha scioperato. Chiedersi il perché mi pare il minimo, non per una resa dei conti ma per cambiare rotta”.
“Siamo la sinistra dentro il Pd, la sfida del cambiamento è nostra”
Sulla sconfitta di Venezia, Cuperlo avverte: “Scaricare la sconfitta su Casson può consolare qualcuno, ma credo sia ingeneroso. Come era poco credibile sommare il giorno dopo i voti di Pastorino a quelli della Paita”. Lo stesso discorso, per Cuperlo, “vale” per Arezzo: “È arrivata una sferzata che dovrebbe far riflette tutti e trovo misero scomunicare questo o quel candidato sulla base della sua appartenenza. Davanti al popolo sovrano non ci sono renziani o eretici. C’è il Pd”.
“Non perdi così tanti voti – prosegue l’esponente della sinistra Pd – per le polemiche interne. Hanno pesato piuttosto alcune scelte, come sulla scuola o sul mercato del lavoro. Non mi interessa la polemica del post. Siamo la sinistra dentro il Pd e la sfida del cambiamento è la nostra”. Infine, sull’Italicum, Cuperlo conclude: “Quella legge non l’ho condivisa e la cambierei. Ci si può illudere che i moderati non sceglieranno mai Salvini. Io preferisco impegnarmi in un nuovo centrosinistra che allarghi il campo”.