Politica interna, non solo Europa. Questo il focus dell’intervento che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha tenuto, pochi minuti fa, durante la giornata conclusiva di The State of the Union, la tre giorni organizzata dall’Istituto Universitario Europeo che, da 4 anni, riunisce nel capoluogo toscano le diverse personalità europee per discutere e parlare di Europa. Un appuntamento molto particolare quello di quest’anno, con le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo del prossimo 25 Maggio ormai alle porte.
Mezz’ora in tutto, un discorso tenuto a braccio per il premier: “L’Europa è un destino comune non un passato futuro – ha esordito Renzi – non è il nostro problema è una parte della soluzione alla situazione attuale”. Parla da neo primo ministro Matteo Renzi, invitando a fronteggiare il “populismo antieuropeista” e a non sottovalutare l‘astensionismo che potrebbe colpire la prossima tornata elettorale: “Se oggi c’è da battere il populismo in chiave antieuropea – ha avvertito il segretario Pd – non dimentichiamo che esiste una larga parte di populismo antieuropeista che si tradurrà in astensionismo”. “Cosa rispondiamo alle persone che voltano le spalle all’Europa? – ha continuato Renzi – Dobbiamo dirgli che l’Europa può e deve essere un’opportunità struggente e ricca di avventure”. Diversi colpi, ben assestati, all’indirizzo di Grillo e delle “forze populiste italiane”. “Per la prima volta in Italia, in occasione dell’elezione del Parlamento europeo, stiamo assistendo non a una sommatoria di campagne elettorali ma a un confronto vero ” ha spiegato il primo ministro.
Elezioni europee e semestre di presidenza dell’Italia. Un periodo importante, soprattutto per riportare l’Italia al centro della scena europea: “L’Italia, nel primo semestre di presidenza dopo le elezioni europee, proverà a ri-orientare la discussione sulla base di tre concetti di fondo – ha aggiunto Renzi – crescita e occupazione, non solo rigore e austerità, diritti di cittadinanza e la creazione di un’Europa che sia protagonista nelle relazioni di valore, non solo in quelle commerciali”. Non solo parole dolci dall’inquilino di Palazzo Chigi. L’Italia intende tornare in pole-position, rispettando le regole e mantenendo fede agli accordi con la Germania e l’eurogruppo: “L’Italia rispetta i vincoli e i parametri. È uno dei pochi paesi che in questi anni ha rispettato il vincolo del 3% di bilancio”. E ha precisato: “Proprio perché rispettiamo le regole possiamo dire che esse vanno cambiate. Se facciamo le riforme necessarie, allora torniamo ad essere credibili in Europa. L’Italia potrà dire queste cose soltanto se avrà il coraggio di cambiare se stessa”.
Dichiarazioni non certo innocue nemmeno quelle rivolte contro “una certa idea di Europa”. “L’UE sarà tale quando le politiche sul lavoro saranno uguali per tutti e 28 i paesi membri” ha specificato Renzi, plaudendo all’approvazione del dl lavoro in Senato. “Durante il semestre europeo lavoreremo affinché ci siano maggiori incentivi per i paesi che fanno riforme in tal senso”. Non solo il lavoro. Anche l’immigrazione tra i temi toccati da Renzi: “Dobbiamo accogliere le persone richiedenti asilo. Sta nel nostro Dna, nella nostra concezione di democrazia. Ma possiamo chiederci se è giusto che Bruxelles affermi il diritto d’asilo e che poi lo debba praticare solo un paese membro?” ha detto rivolgendosi con tono polemico alla platea il premier.
Digitalizzazione e riforma della pubblica amministrazione, poi, le urgenze nell’agenda di Renzi. Appuntamento al 13 giugno per la riforma della P.A., con i tecnici e il ministro Marianna Madia già al lavoro. Summit sul digitale, invece, il 9 luglio a Venezia, dove il governo incontrerà le imprese e le start up. 11 luglio di fuoco, invece, a Torino dove Renzi affronterà il problema della disoccupazione giovanile.
Welfare e politiche agricole, better regulation e un’Europa “più light” con la semplificazione normativa sul fronte estero. L’avvio di un “nuovo rinascimento industriale” per far ripartire il comparto tessile italiano e una gestione “più virtuosa” dei fondi europei per la politica interna. Questa la ricetta con cui il premier Renzi intende destituire “l’Europa della tristezza”.
Grasso replica a Renzi: “Non metta in discussione serietà Senato” – “Non posso accettare che si metta in discussione la serietà, l’autonomia e l’indipendenza degli uffici del Senato”. Lo afferma il presidente Piero Grasso, in una dichiarazione all’Ansa, nel rispondere al premier Matteo Renzi. “Ricordo che il Senato è una istituzione che merita rispetto e non un carrozzone come definito da qualcuno”.