L’European Space Agency (ESA) avverte i milioni di possessori di dispositivi elettronici con un rapporto pubblicato sul Journal of Space Weather and Space Climate: una tempesta magnetica potrebbe presto mandare in tilt satelliti e reti elettriche; d’altra parte, il fenomeno delle perturbazioni dovute all’attività solare è degno di attenzione al di là dei singoli episodi.
Tempesta magnetica: l’avvertimento dell’ESA
Sistemi satellitari ed elettrici, per dirlo in breve, possono risentire moltissimo delle condizioni del meteo spaziale, cioè dalle condizioni dello spazio influenzate dall’attività solare. Infatti, le nubi di particelle ad alta carica emesse dal Sole quando colpiscono la Terra molto spesso causano delle tempeste geomagnetiche che, in alcuni casi, possono causare gravi danni a satelliti e reti elettriche come si diceva, quindi a sistemi di comunicazione radio, cellulari compresi, e alla navigazione Gps.
Come ha riferito in questi giorni all’Ansa il fisico Mauro Messerotti, dell’Osservatorio di Trieste che fa capo all’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), commentando il report dell’ESA a cui lui stesso ha collaborato, di solito, tali fenomeni “interessano le latitudini più alte”, tuttavia, “studi recenti hanno dimostrato che nel passato ci sono state tempeste geomagnetiche molto intense, con effetti fino all’equatore”.
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Accrescere la consapevolezza del fenomeno
Insomma, il fenomeno delle tempeste geomagnetiche non solo non deve essere sottovalutato ma necessita anche di un controllo preventivo attuato sistematicamente per poterne ridimensionare i pericoli che ancora oggi risultano imprevedibili. Ora, che un nuovo sciame magnetico potrebbe a breve interessare i cieli europei non è possibile fare altro che finanziare la ricerca sui modelli che permettono di prevedere gli eventi di questo genere. Oltre a quella del reperimento continuo di risorse, un’iniziativa che dovrebbe essere presa con urgenza, secondo l’ESA, è quella di istituire un’unica cabina di regia a livello europeo per migliorare le osservazioni meteorologiche spaziali.
Inoltre, più nello specifico, spiega sempre Masserotti, è necessario “progettare satelliti in grado di resistere ad un elevato flusso di particelle energetiche, costruire reti elettriche fatta di più segmenti, in modo da poter isolare quelli danneggiati da questi fenomeni, e per quanto riguarda i segnali Gps, bisognerebbe affinare gli algoritmi contenuti nei ricevitori a terra al fine di gestire l’indebolimento o l’assenza di segnale”.