La ripresa del Paese stenta ancora a decollare, ma Renzi continua il suo moto perpetuo per cercare di ottenere qualche risultato e riportare verso acque meno torbide la situazione italiana, in primis quella occupazionale. L’ultima idea del premier è quella di usare la Cassa Depositi e Prestiti per aiutare le imprese in difficoltà, agevolandone la richiesta di credito e fornendo liquidità. Tra le varie imprese che si vuole aiutare c’è anche l’Ilva, che sta lentamente uscendo dalla drammatica situazione dei mesi scorsi.
Per fare ciò, però, Renzi ha bisogno di dare subito un cambio alla gestione della Cdp. Attualmente alla guida della Cassa Depositi e Prestiti c’è Franco Bassanini, attuale presidente con il placet del Tesoro che possiede l’81% del capitale totale a disposizione della Cdp. Nei giorni scorsi si era ipotizzato che il tesoro obbligasse i 5 membri del consiglio a dimettersi per far decadere il consiglio e procedere alla nomina di un nuovo consiglio di amministrazione che possa provvedere a portare avanti la nuova strategia governativa. Occasione, però, per ora sfumata dato che alla riunione del cda si è parlato ‘solo’ della “partecipazione della Cassa Depositi e Prestiti al fondo salva-imprese“, come stabilito dall’ultima legge di stabilità.
Sul tema è intervenuto a Porta a Porta anche il premier, Matteo Renzi, che ha elogiato gli attuali dirigenti per l’ottimo lavoro svolto, ma “dobbiamo per forza nominare cinque persone nuove, per motivi tecnici, e questo fa decadere il consiglio di amministrazione, pensiamo a interventi per fare Cdp più forte nelle partite del Paese“. Nulla, però, è ancora stato deciso, come confermato dal premier. Nessuna conferma, quindi, per Claudio Costamagna, presidente di Salini-Impregilo e in pole position per ricoprire la presidenza della Cassa Depositi e Prestiti. L’ipotesi Costamagna, però, non è vista di buon occhio dalle fondazioni ex bancarie, detentrici del 18% del capitale di Cdp e che da sempre nominano il presidente del fondo, che hanno confermato la piena fiducia a Bassanini. Diversa la storia dell’Ad, invece, che è nominato dal Tesoro che sostituirà l’ex banchiere Giovanni Gorno Tempini con il capo di BNL Fabio Gallia, che avrà il compito di gestire gli oltre 250 miliardi a disposizione della Cdp derivanti dalle attività e dai depositi presso Poste Italiane.
Francesco Di Matteo