Il partito di Matteo Renzi infatti si ferma al 34.8% perdendo quasi un punto e mezzo rispetto a un mese fa. Al contempo i suoi principali competitor compiono un ragguardevole balzo in avanti. Il Movimento 5 Stelle guadagna l’1.2% e si attesta al 21.9% ai suoi massimi del 2015 mentre la Lega Nord sfonda addirittura quota 15%.
Da sottolineare che questi sono risultati consistenti perché ottenuti a fronte di un picco di votanti. Infatti nel clima elettorale i numeri di astenuti ed incerti sono crollati portando la loro media a solo il 41.8%. Questi numeri dovranno quindi essere confermati nelle prossime settimane alla luce dell’andamento dell’astensione, ma per adesso indicano che gli elettori del PD si sono astenuti in misura maggiore di quelli di Lega e M5S.
Poco da aggiungere sugli altri partiti: Forza Italia rimane endemicamente debole mentre SEL sembra aver iniziato un trend discendente anche se potrebbe semplicemente soffrire dell’aumento dei votanti.
Infine vale la pena notare che la somma di Lega, Forza Italia, NCD e FDI supera di poco il risultato del PD 34.9% vs 34.8% il che sta ad indicare che se i partiti del centrodestra si riunissero molto probabilmente sfiderebbero il PD al ballottaggio dell’Italicum