“Di notte mi sveglio di soprassalto”: è il carcere l’incubo riscorrente del senatore Azzollini (Ncd), l’ex sindaco di Molfetta, dopo lo scandalo che ha coinvolto la Casa Divina Provvidenza. In un’intervista pubblicata dal Fatto Quotidiano, il senatore confida ad Antonello Caporale di temere “più della costrizione fisica temo quella intellettuale. La libertà di parola, di pensiero”.
“Logiche clientelari”
Antonio Azzollini è finito sotto inchiesta per il crac della Casa Divina Provvidenza ha portato a dieci arresti (di cui tre in carcere e sette ai domiciliari). Secondo l’ordinanza di arresto del Gip di Trani, alla Cdp è stato il protagonista di assunzioni gestite da ‘logiche clientelari’: Antonio Azzollini sarebbe stato l’artefice di queste assunzioni. “A partire dal momento dell’esproprio di potere da parte del senatore Azzollini e del suo entourage – si legge nell’ordinanza – le assunzioni selvagge di personale alla sede di Bisceglie vennero decise dal politico”.
Azzollini smentisce di aver pronunciato frase “Ti piscio in bozza”
Tra le testimonianza compare anche una frase che il senatore avrebbe pronunciato nei confronti di una suora (“Io ti piscio in bocca…”) E’ questa attribuzione che indigna maggiormente Azzollini, che smentisce categoricamente: “Detto da me? E per di più a una donna? Anzi a una suora! Mai, mai, mai…”. E sulla finta telefonata del Papa de La Zanzara: “Ho pianto. Ma non me la sono presa”. Antonio Azzollini, da 13 anni presidente della Commissione Bilancio, si appella alla Provvidenza. Ma più ad un aiuto divino il senatore dovrà attendere l’autorizzazione del Parlamento all’arresto. Azzollini però si dichiara innocente e sostiene di non aver nulla da rimproverarsi: chissà se anche la Giunta sarà della stessa opinione.
Ilaria Porrone