Vladimir Putin si è recato per la prima volta in Crimea dopo che la regione, il 16 Marzo, ha votato compatta al referendum che ne ha decretato l’indipendenza dall’Ucraina e, in seguito, l’annessione alla Russia. Il presidente russo non ha scelto un giorno a caso per concedersi un prevedibile “bagno di folla”; il 9 Maggio è molto sentito nei territori dell’ex Unione Sovietica ricorrendo l’anniversario – sono passati quasi 70 anni – della vittoria dell’Armata Rossa sull’invasore nazifascista.
La visita di Putin a Sebastopoli riafferma la potenza russa che nel ’45, come nei mesi scorsi, ha sconfitto le forze “naziste” filoeuropee che hanno infuso la linfa vitale alle proteste di Piazza Maidan e che adesso esercitano il loro controllo sul nuovo governo di Kiev; è stato lo stesso Putin a rendere esplicito il collegamento simbolico tra le due “vittorie” già nei giorni scorsi quando ha dichiarato: “Il nazismo europeo torna a sollevare la testa, l’esempio dell’Ucraina dimostra come politiche irresponsabili possano provocare grandi sommovimenti”.
L’Europa e la NATO hanno giudicato come minimo “inappropriata” la visita di Putin a Sebastopoli, lo stesso premier ucraino Yatseniuk l’ha definita una “provocazione”; il governo russo, d’altra parte, non può rinunciare al patriottismo che si sta dimostrando l’arma retorica più affilata per il Cremlino, infatti, secondo recenti sondaggi, in tutta la federazione si accarezza l’idea dell’arrivo di una “primavera russa”: l’82% dei russi sostiene le azioni del presidente (sondaggio Levada fine aprile), il 61-62% ha fiducia in lui, un quinto dei russi ritiene che il paese sia una superpotenza, la metà che lo diventerà nei prossimi 15-20 anni.
Il ricordo della vittoria sovietica rientra pienamente nella strategia di Putin per “serrare le fila” e “compattare il fronte interno” ma anche per fornire una chiara chiave di lettura dell’identità russa: lunedì lo “zar” ha firmato una legge che dispone il carcere per chi nega i meriti dell’Armata Rossa nella sconfitta del regime hitleriano, in più, Putin non ha mai negato di voler partecipare, a fianco di Obama e Hollande, all’anniversario dello “sbarco in Normandia”.
Nelle regioni orientali dell’Ucraina, nel frattempo, la guerra non si ferma: oggi l’operazione anti-terrorismo delle forze di Kiev si è concentrata sulla città portuale di Mariupol; negli scontri sono morti 20 separatisti, fanno sapere dal ministero dell’Interno ucraino. Manca poco al referendum proclamato dai miliziani: il risultato potrebbe innescare il bisogno di una nuova prova di forza da parte di Mosca che, a quanto pare, è pronta a non farsi trovare impreparata.
Guglielmo Sano