Matteo Renzi nell’attuale veste non deve piacere quanto quello della prima ora, della rottamazione
Ecco perché sembra aver deciso di indossare nuovamente i panni del ‘rottamatore’ e di passare sotto osservazione i ruoli di manager che lo Stato deve nominare per le società o totalmente o parzialmente controllate.
Renzi ed i manager di Stato
Un Renzi che, secondo il sito Dagospia.com, ha voglia di scrollarsi di dosso la figura troppo simile ai classici politici italiani e tornare ad essere il rottamatore che tanto piaceva agli italiani. Una questione di consenso, insomma. Ad andarci di mezzo una serie di manager nominati dal Tesoro. Ad esempio quelli della Cassa Depositi e Prestiti: “Dobbiamo cambiare cinque consiglieri e questo porta a far decadere l’intero cda”, ha affermato il premier.
Anche le Ferrovie dello Stato tremano, dopo che Renzi ha parlato in televisione di inefficienze dei treni regionali e del crollo dei viadotti. Chi se la passa meglio sono altre società elogiate dall’ex sindaco di Firenze: “Enel va alla grande, Eni è la più grande azienda del Paese con prospettive di sviluppo meravigliose, Finmeccanica mi rende molto orgoglioso”.
Che un premier avesse una forza tale da poter parlare, criticare e rimuovere membri dei cda di alcune aziende legate allo Stato è un fatto prettamente nuovo. Quello che, tuttavia, fa ancora più scalpore è che alcune di queste cariche erano state nominate appena un anno fa. Poco tempo, quasi nulla, per poter dimostrare risultati.
Daniele Errera