Grecia: l’accordo con i creditori resta difficile, vertice d’emergenza fissato per lunedì, intanto, è panico tra i risparmiatori.
Grecia: ultima possibilità?
Era improbabile che Grecia e creditori trovassero un’intesa nella giornata di ieri e, infatti, non è successo. Donald Tusk, Presidente del Consiglio Europeo, ha convocato un vertice dei capi di stato e di governo per lunedì che avrà l’obiettivo di trovare una soluzione “politica” al caos greco. In mancanza di un accordo entro il 30 giugno, per Atene sarà bancarotta.
Per quella data la Grecia dovrebbe rimborsare al Fondo Monetario Internazionale poco più di 1,5 miliardi di euro. D’altra parte, senza aiuti europei, le casse di Atene sono destinate a rimanere vuote. Alcuni rilevano che potrebbe non bastare un accordo anche nel caso in cui venisse raggiunto il 22 giugno: la decisione a quel punto dovrebbe passare per 4 diversi parlamenti (troverebbe molte difficoltà ad essere approvata al Bundestag). A causa della lunghezza dei tempi tecnici di erogazione dei finanziamenti non si potrebbe comunque evitare il default.
Secondo Bloomberg, tuttavia, Tsipras è pronto a barattare “taglio del debito” con “riforme”; l’importante è che non vengano toccate le pensioni.
Grecia: corsa agli sportelli
Intanto, si diffonde il panico tra i correntisti greci: nei primi tre giorni della settimana sono stati ritirati dai depositi 1,8 miliardi di euro. Solo ieri potrebbe essere stato ritirato un altro miliardo. La situazione è più grave di quanto si possa pensare: sembra essersi completamente eroso il cuscinetto di garanzia di 3 miliardi di euro fino a pochi giorni fa in possesso delle 4 banche sistemiche greche, grazie ai fondi ELA.
La BCE, che la settimana scorsa aveva portato i fondi da 83 miliardi a 84, oggi potrebbe decidere di aumentare ulteriormente la liquidità a disposizione delle banche greche. Gli istituti di credito ellenici rischiano di non poter aprire già da lunedì.