Mafia Capitale, Emiliano contro Renzi: “Marino non si deve dimettere”
“Marino non si deve dimettere”, interviene così sulla vicenda Mafia Capitale, Michele Emiliano, neo presidente della regione Puglia, ex sindaco di Bari. “Se una persona ha la coscienza a posto e sta facendo il massimo – puntualizza Emiliano – non vedo perché dovrebbe dimettersi”. È un Michele Emiliano a tutto tondo quello intervistato oggi da Mattino24 su Radio 24. Il governatore pugliese, come nel suo stile, non si risparmia, ed esprime in libertà il proprio punto di vista su molti temi caldi. Anche al costo di entrare in contraddizione con il premier e segretario del suo partito, il PD, Matteo Renzi.
In un’intervista a Porta a Porta di tre giorni fa Renzi aveva invitato il sindaco di Roma, Marino a “non stare tranquillo”, dandogli una sorta di ultimatum per un cambio di passo nell’amministrazione della Capitale. Secondo Emiliano, tuttavia, un intervento del premier in televisione non può avere come conseguenza diretta la scelta per un sindaco di dimettersi. “Nessuno può interferire su una decisione del genere”, ha affermato Emiliano.
Senza contare che, nel merito, il governatore, tra le altre cose anche ex magistrato antimafia, ritiene che a Roma “la mafia si sia infiltrata nell’amministrazione. E’ chiaro – continua – che il budget di Roma è gigantesco e le criminalità sta dove ci sono i soldi”. Emiliano rifiuta anche l’approccio di Renzi riguardo l’abbandono delle primarie come strumento per la scelta dei candidati nelle tornate elettorali. Secondo il presidente pugliese, infatti, il meccanismo delle primarie può essere migliorato, ma nessuno, neppure il premier, può imporre candidati “dall’alto”.
Emiliano apre ai Cinque Stelle
Un altro attacco, neppure troppo velato, Emiliano lo riserva alla stessa maggioranza che sostiene la sua presidenza riguardo la sua proposta di abbassare a 5 mila euro lo stipendio dei consiglieri regionali pugliesi. Ad avviso di Emiliano, infatti, in questi tempi di crisi lo stipendio di un consigliere non può arrivare, come oggi, a 11 mila euro lordi al mese. La sua proposta dovrà essere approvata dal consiglio regionale in cui, tuttavia, Emiliano è solo – come sottolineato da lui stesso – solo “uno dei 30 consiglieri della maggioranza”. Ed è noto che “su questi provvedimenti la maggioranza è variabile”.
Su questi azioni di riduzione dei costi della politica, peraltro, Michele Emiliano, cerca un avvicinamento con il Movimento 5 Stelle, ritenendo che i programmi del PD e dei grillini siano molto simili su vari punti. Il governatore prosegue, infatti, nell’intervista a Mattino24 ribadendo la sua “offerta per un posto in Giunta”. Per Emiliano “potrebbe esserci anche più di un assessore del M5S”. Il presidente ritiene che “il M5S è una delle possibilità che questo Paese ha, insieme al Pd, di rendere migliore l’Italia. Ma bisogna farlo – a suo avviso – governando insieme, anche senza alleanze di sistema”.
Il gasdotto Tap
Emiliano chiude l’intervista intervenendo su due argomenti di più diretto interesse regionale. Il primo, il gasdotto Tap, il cui arrivo è pianificato a Melendugno, Lecce. “Siamo contrari – afferma il governatore – perché non capiamo perché debba arrivare su una delle più belle spiagge della Puglia”. Con il suo approccio “colorito”, Emiliano sottolinea che “la spiaggia di San Foca è talmente bella che l’idea che qualcuno possa stendersi sull’asciugamano con il tubo sotto il sedere scatena la rabbia della popolazione”. Per il governatore possono essere individuati molti altri approdi preferibili, come alcune zone industriali sul mare con porti attigui, ma rinuncia a pronunciarsi esplicitamente sugli eventuali siti alternativi.
Emiliano e il caso Xylella
Il presidente della regione Puglia, infine, spende un’ultima parola sulla Xylella, il parassita degli ulivi, e sugli interventi necessari ad evitarne la diffusione. Per Emiliano, abbattere centinaia di alberi, spesso secolari, rischia di danneggiare questo settore agricolo, già fortemente provato. Secondo Emiliano “è ovvio che la responsabilità sia dell’Unione europea. Non hanno fatto gli embarghi delle piante ornamentali dalla Costarica in modo adeguato e queste piante hanno infettato gli ulivi”. È necessario, quindi che ora sia proprio l’Europa “a darci una mano”.
Roma, 19 giugno 2015
Silvia Barbieri