“I campi rom vanno chiusi”. È questo il punto di vista espresso da Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell’ANCI, in un’intervista rilasciata oggi al Quotidiano Nazionale. Pur rimarcando la sua profonda distanza rispetto all’uso delle ruspe caldeggiato da Matteo Salvini, Fassino ritiene che “per quanto riguarda i rom la soluzione non è rinviabile”.
A rendere esplosiva una situazione già di per sé drammatica contribuiscono oggi, secondo Fassino, sia “il dramma dei profughi”, sia “le incognite della crisi sociale per le famiglie a basso reddito”. Una miscela che – per il sindaco di Torino – può diventare esplosiva se non si interviene prontamente usando “la ragione e non la pancia”, superando l’attuale configurazione dei campi rom.
Le ragioni sono in primo luogo umanitarie. “Non è un paese civile – sottolinea il presidente dell’Anci – quello che consente alla gente di vivere nel fango e nella spazzatura sotto case di lamiera e cartone”. D’altra parte, c’è anche la tematica della sicurezza, fortemente sentita dall’opinione pubblica, come dimostrato anche dal successo di Matteo Salvini alle recenti elezioni amministrative. “Oltre che incivili – prosegue Fassino – questi insediamenti sono pericolosi. Un punto di insicurezza sul territorio. L’urgenza mi sembra evidente”.
Ripensare i campi rom rende ineludibile la costruzione di una strategia complessiva che possa contare su risorse finanziarie certe, ad oggi non ancora garantite. Ed è per questo che l’associazione nazionale dei comuni ha chiesto un confronto diretto con il governo per l’istituzione di un fondo di finanziamento ad hoc. Il fondo, spiega il sindaco di Torino, potrebbe garantire “una continuità nei finanziamenti che fino ad oggi non c’è mai stata”. Finanziamenti peraltro necessari non solo per la ricollocazione dei rom, ma anche per la successiva bonifica dei terreni.
Campi rom: il piano dell’Anci
Ed una prima intesa tra il governo, rappresentato dal Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ed i comuni è stata raggiunta il 17 giugno, quando l’Anci ha assunto la responsabilità di elaborare, insieme alle prefetture, un piano per “le nuove allocazioni”. In altre parole, verrà costruita una strategia per ricollocare i rom dai campi verso soluzioni abitative e di accoglienza.
Rispetto a tali ricollocazioni, tuttavia, a margine degli incontri con Alfano, Fassino ha tenuto comunque a sottolineare che “i progetti riguarderanno solo le famiglie disposte ad accettare un patto per emergere dall’illegalità”, altrimenti si procederà con gli allontanamenti e con il ricorso alla sicurezza pubblica.