Nonostante il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ostenti serenità, nella Capitale si respira un’aria da “liberi tutti”. Secondo quanto rivelato oggi dal Corriere della Sera, due assessori della Giunta sarebbero pronti a lasciare. Si tratterebbe di Guido Improta, titolare dei Trasporti e la sua collega del Bilancio, Silvia Scozzese. Le loro dimissioni aprirebbero di fatto ad un “rimpasto” chiesto ed invocato dal Pd di Roma. Soprattutto dal presidente democrat Matteo Orfini. “Marino ha detto di avere fiducia nella sua squadra, forse ci sarà bisogno di rafforzarla, ma sono discorsi prematuri, anche per senso di rispetto istituzionale nei confronti della Prefettura. Io e Renzi ci siamo sentiti continuamente – spiega Orfini al Corriere della Sera – e c’è assolutamente la convinzione del fatto che questa città debba cambiare in modo radicale, diventando l’orgoglio del Paese. Occorre fare di più, mentre la Procura ci aiuta a fare pulizia, noi dobbiamo rendere più vivibile e moderna la città”.
Il vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani, portavoce delle istanze del premier, dalle colonne del Messaggero, invita Marino a fare di più “Marino ha il merito della discontinuità, ha bloccato il circolo vizioso del malaffare e toccato molti interessi cercando di raddrizzare il governo della città. Credo all’ onestà di Marino. Ora però l’amministrazione romana ha bisogno di fare un salto di qualità”. “Sul tavolo non c’è alcun ultimatum – precisa -. È evidente che tutti siamo in attesa della relazione del prefetto Gabrielli sullo scioglimento o meno del Consiglio Comunale e che potrebbe determinare la fine della consiliatura, sulla quale, ovviamente – aggiunge Serracchiani -, io mi auguro di no”.
Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, non chiude però ad uno scioglimento del Comune, qualora emergessero altri elementi. “Credo che il nostro dovere sia quello di mettere al primo posto il rispetto delle leggi, della correttezza, della legalità, il rispetto dei cittadini di Roma. Per cui, se dovessero emergere degli elementi che portano allo scioglimento del Comune di Roma per infiltrazione mafiosa, il governo si assumerà questa responsabilità, perchè ovviamente è più importante garantire il rispetto delle leggi che un titolo sui giornali, per quanto difficile da digerire”. “Ovviamente ci auguriamo che gli esiti di questa relazione non comportino una richiesta di scioglimento del Comune di Roma, mi auguro che questo non succeda per il bene di Roma e per il bene di tutto il nostro Paese, perchè sarebbe difficile spiegare all’estero lo scioglimento della nostra capitale per mafia”.
Intanto, Alfio Marchini, affila le armi per un eventuale voto anticipato. “Nel futuro non vedo un uomo solo al comando, ma una squadra di almeno 300 donne e uomini capaci di ridare speranza ai romani” afferma in un’intervista al Corriere della Sera. Secondo Marchini “si voterà alle prossime elezioni del 2016. Marino è il passato e noi della lista Marchini ci siamo sospesi fino a quando non si dimetterà. È tempo – sottolinea Marchini sulla sua lista – di andare oltre i vecchi steccati, proveranno a scoraggiarmi con una forte campagna di delegittimazione, che alimenterà però la mia feroce determinazione ad andare avanti per liberare Roma”.