A Pontida va in scena il classico bagno di folla del popolo della Lega Nord. Ma stavolta spuntano orgogliose anche bandiere meridionali, inneggianti a “Noi con Salvini”, la formazione che si promuove a fare da collante tra la Padania ed il Mezzogiorno, con l’obiettivo di portare la Lega ad un radicamento diffuso su tutto il territorio nazionale.
E’ un raduno che arriva dopo il gelo tra il leader attuale Matteo Salvini ed il fondatore Umberto Bossi, contrario all’idea di fare della Lega un partito di stampo nazionale. Un Bossi che, al Quotidiano Nazionale, non le manda a dire all’attuale leader: “La Lega è nata per ridare la libertà al Nord, che è schiavo e paga trecento miliardi all’anno di residuo fiscale. La nostra resta una battaglia per far finire questa schiavitù. Comunque il problema non sono le bandiere del Sud a Pontida, il punto è che il Nord non può vincere le elezioni raccogliendo voti qua e là. E basta sovvenzionare il centralismo romano, o termina quello o lo faremo terminare. Il Nord è contro quel che è italiano”. E ancora: “Mi hanno tolto potere all’interno del partito. Evidentemente faccio ancora paura”.
Parole forti quelle di Bossi, che precedono l’abbraccio distensivo con Salvini, prima dell’intervento del segretario sul palco. Un Salvini che smentisce l’idea di rottamare il Senatur: “Bossi archiviato? No, noi non archiviamo nessuno, non pugnaliamo nessuno. Siamo riconoscenti nei confronti di chi ci ha portato fino a qua, a differenza di Renzi che se ne fotte di tutto e di tutti”. Ma poi ammette gli appetiti nazionali, con l’ipotesi addirittura di una Pontida del Sud: “Ci stiamo ragionando. Ci sono già proposte di località pronte ad accoglierci”.
Insieme ai Giovani del #Veneto, si beve solo birra… Moretti! #Salvini #Lega #Pontida15 pic.twitter.com/d9OrIuxJ1l
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 20 Giugno 2015
Pontida: Salvini su Papa, Boldrini e ruspe
Salvini torna poi sul tema della ruspa e la agita contro il premier Matteo Renzi: “La ruspa fa giustizia di tanti errori. La ruspa la uso per Renzi non per qualcun altro. La ruspa la usiamo per far ripartire il lavoro”. E lancia una stoccata al presidente della Camera, Laura Boldrini: “Io non so che problema abbia la Boldrini con le ruspe. Forse ha un problema perché non lavora e la ruspa rappresenta il mondo del lavoro e non degli intellettuali”.
Ma è un Salvini che ne ha anche per Papa Francesco, in visita a Torino: “Mi fa piacere che Papa Francesco a Torino abbia trovato il tempo per incontrare i rom. Sono sicuro che avrà incontrato anche i torinesi esodati”. E aggiunge: ” non mi permetterei mai di attaccare il Papa. Sono l’ultimo dei buoni cristiani, ma il rispetto vuole rispetto. È giusto che il Pontefice chieda l’aiuto per tutto il mondo ma è giusto che chi è pagato dai cittadini italiani faccia il loro interesse prima di quello di altri”.
Le nuove magliette dei Giovani Padani della #Valtellina: DI ROSSO SOLO IL VINO. Vi piacciono? #Salvini #Pontida15 pic.twitter.com/46tuHE9QoJ
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 20 Giugno 2015
Pontida: Salvini e le alleanze
Dal palco di Pontida, attorniato da bambini – che rappresentano il “futuro”, per “vivere liberamente nella terra dei nonni” – Salvini espone le strategie del Carroccio: “Qui non c’è rabbia, rancore. Siamo qui per costruire la speranza e il futuro dei nostri figli. La paura la lasciamo a Renzi e alla sue damigelle”. E’ un Salvini che saluta tutti i supporters arrivati dal meridione: “Amici del sud siete miei fratelli. Se vinciamo, vinciamo tutti assieme”. E promette: “Saremo sempre di più da nord a sud e finché non libereremo questa Italia noi non molleremo mai”.
Al centro del programma c’è ovviamente l’Unione Europea, considerata “un covo di criminali che vogliono ammazzare le nostre identità e le diversità”. E aggiunge: “La scelta della Lega è una scelta di normalità. Noi non proponiamo cose irrealizzabili e non compriamo i voti con 80 euro”.
Sulle alleanze, Salvini precisa: “A me non interessano le alleanze ma mi interessa parlare a quel 50 per cento di italiani che non vanno a votare e stanno a casa. Non mi interessa parlare con Alfano, chi se ne fotte di Alfano, mi interessa parlare con gli esodati, i pensionati, quei commercianti costretti a chiudere, a coloro che non credono più nella politica”. Ma chiede realismo ai sostenitori: “Non ci sono salvatori della patria, non c’è Salvini che salva tutto. Io da solo non vado da nessuna parte. Ma sono una persona normale, e questa per l’Italia oggi e già una dote importante”.
Pontida, parla Bossi
Di alleanza parla anche Bossi, intervenuto sul palco di Pontida: “Per fare le alleanze ci vogliono i voti, ma noi non chiediamo i voti per i voti ma per fare le riforme, per cambiare il Paese. I voti per i voti, come crede Renzi, in democrazia non sono niente”. E aggiunge: “le alleanze si devono fare solo con chi è ragionevole e capisce che le cose devono cambiare. Ben vengano quindi gli alleati che vogliono cambiare. Cosa sono le poltrone se non si cambia il Paese? Stare su una poltrona se non si cambia nulla a noi non sta bene”. Un Paese che va cambiato “anche per i giovani, soprattutto per quelli che non lavorano. Tra qualche anno sarà un dramma per loro perché saranno anche senza pensione e allora non saranno tolleranti come adesso. Andiamo incontro a un futuro fosco, scuro dove non si salverà nessuno e si rischia la guerra civile”.