Pippo Civati lancia ufficialmente “Possibile”, il nuovo movimento a sinistra del PD, partito da cui il deputato è uscito alla vigilia delle elezioni regionali, in aperta e crescente insofferenza verso il nuovo corso targato Matteo Renzi. All’assemblea fondativa del movimento seguirà una campagna di tesseramento che si concluderà ad ottobre, quando sarà approvato anche lo Statuto.
Il nuovo soggetto “non è un partito auto-referenziale”, sottolinea Civati, ma un “movimento, che promuove battaglie referendarie, adesioni territoriali e rapporti con le liste civiche. Dobbiamo provare a cambiare la sinistra, non è uno spazio minoritario questo, è talmente grande da far paura. Noi dobbiamo organizzare chi non si sente rappresentato, chi è deluso da questo centrosinistra che in realtà è sempre più centro-destra”.
Civati spiega le strategie di fondo, che strizzano l’occhio a Maurizio Landini: “Sullo sfondo c’è la Coalizione sociale con cui vogliamo discutere, ragionare, c’è un pezzo di grillismo un pò più responsabile, di quelli che per una volta si vogliono alleare senza dire ‘nò a tutti senza far differenza”.
Durissimo il giudizio sul suo ex partito: “Siamo ben oltre quello che potevamo immaginare. I modi sono importanti ma nemmeno il più gufo di tutti poteva immaginare che si arrivasse a questo. A giorni si dice che nel Pd arrivi Verdini, un pò come nelle feste”. E rincara la dose: “Noi abbiamo avuto un premio di maggioranza con un’alleanza che si chiamava ‘Italia bene comune’ e che altri stanno usando. Si sta disegnando una società in cui quelli come noi non sono più rappresentati”.
Possibile: Civati su programmi, M5S e referendum
I punti chiave di un possibile progetto di governo dovranno toccare temi come lavoro, immigrazione, reddito minimo, diritti Lgbt. Un progetto in cui “dimostrare che si può scendere un pò dal carro del vincitore: non parliamo in politichese, mettiamo giù proposte, referendum”. E ancora: “Il problema non è aggiungere una sigla in più ma fare qualcosa che abbia senso, qualcosa di nuovo”, un “progetto ambizioso per provare a costruire un campo che in questo momento è sottorappresentato. C’è molto spazio non solo a sinistra ma nella cultura democratica di questo Paese”.
Da Civati un appello anche al M5S, chiedendo che la “smettano con provocazione inaccettabili”, chiedendo se continueranno “con una linea un pò fascistoide che mette assieme topi e clandestini” o vorranno essere seri “interlocutori su temi come il reddito minimo. Una battuta anche sul sindaco di Roma, Ignazio Marino: “A Roma il problema non è Ignazio Marino ma capire se quella maggioranza va avanti”. E sul ddl scuola il ministro Boschi usa “un argomento falso, da sempre il M5S e Sel chiedono lo stralcio delle assunzioni per approvarle non per dimenticarle e per far ripartire la legge sulla scuola da un altro punto di vista” e non esclude l’ipotesi di un referendum sul tema, all’interno di un “pacchetto molto coerente” che comprenda anche il tema elettorale e quello del Jobs Act. Sull’Italicum il problema “non è solo tecnico ma politico e democratico. Chi dice che la legge elettorale non tocca la vita delle persone è un analfabeta”.