Alexis Tsipras ha riunito il suo governo e ha definito un lotto di proposte da presentare ai creditori internazionali, col l’obiettivo di sbloccare i 7,2 miliardi di prestiti alla Grecia entro la fine di giugno. I primi commenti di ieri sera sembrano virare verso l’ottimismo, come evidenziato dalle parole di Martin Selmayr, capo di gabinetto del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker: “Le nuove proposte rappresentano una buona base per fare progressi al summit di domani dell’Eurozona”, anche se “vanno prese con le pinze”.
Grecia, le misure
Secondo quanto trapelato, tra le misure prese in considerazione ci sarebbe il blocco delle finestre di prepensionamento a partire dal gennaio 2016, prelievo di solidarietà per redditi al di sopra dei 30 mila euro (500 mila di utili per le società), una stretta sulle pensioni più alte e una revisione delle aliquote IVA (anche se resta da trovare l’accordo sul loro numero, da 2 a 3). Il complesso delle misure fiscali permanenti potrebbe essere pari al 2% del PIL, anche se i creditori potrebbero chiedere uno sforzo ulteriore. L’obiettivo di avanzo primario potrebbe essere fissato all’1% del PIL, che diventerebbe 2% nel 2016 e 3% negli anni a seguire. Potrebbe restare in vigore anche l’Enfia, la tassa sugli immobili che Tsipras e soci puntavano ad abolire.
Ora tocca al negoziato politico e tecnico in sede comunitaria, che sarà decisivo – in particolar modo a proposito del fardello del debito, con il premier spagnolo Rajoy a guidare il fronte degli inflessibili – per capire le sorti della Grecia, indebolita dalla sfrenata corsa agli sportelli degli ultimi giorni, che ha portato alla fuga di miliardi di capitali dal Paese. Intanto due cittadini ellenici su tre – secondo un sondaggio Avgi – continuano a voler restare nell’euro. Tocca a Tsipras e alla Troika fare in modo che l’auspicio diventi realtà.