Giornata di preparativi quella di oggi. Nel pomeriggio si terranno, tra Palazzo Chigi e Via XX Settembre, le ultime riunioni tecniche in vista del Consiglio dei Ministri di domani (convocato per le ore 18) in cui verranno approvati altri sei decreti legislativi in attuazione della legge delega fiscale approvata dal Parlamento lo scorso 11 marzo 2014 ed entrata in vigore il 27 dello stesso mese. I sei decreti che arriveranno sul tavolo di Palazzo Chigi riguardano il regime delle sanzioni penali e amministrative, la semplificazione del contenzioso, il catasto, l’evasione fiscale, il settore dei giochi e il reddito d’impresa.
L’approvazione dei sei nuovi decreti era stata annunciata da Matteo Renzi domenica scorsa nella sua E-news di giugno: “Sono pronti sei decreti legislativi che porteremo martedì in consiglio dei ministri e che cambieranno profondamente il rapporto tra cittadini e Stato” aveva scritto il premier al punto 6 riguardante il fisco. E, dopo un breve excursus sui provvedimenti già approvati dal governo in materia (730 precompilato, 80 euro, detassazione grazie al jobs act), il premier aveva colto l’occasione per un nuovo annuncio: “il prossimo passo sarà la semplificazione del sistema dei tributi locali, a partire da un’unica tassa comunale anziché tutti i balzelli che conosciamo”. L’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di domani non è ancora stato diramato anche se, oltre ai sei decreti, si discuterà anche di sistema bancario e banda larga. Prevista infine la nomina di Franco Gabrielli a commissario per il Giubileo romano del prossimo autunno.
La delega fiscale
La legge 23 dell’11 marzo 2014 approvata da entrambe le Camera conferisce al governo una delega “per la realizzazione di un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita” entro 12 mesi “dalla data di entrata in vigore (27 marzo 2014, ndr)”. Quindi seguendo il testo originario la delega sarebbe già scaduta. In realtà, al disegno di legge di conversione sull’Imu agricola è stata inserito un articolo 1-bis che prevede una proroga di 3 mesi per l’approvazione dei decreti legislativi. Finora, il governo ne ha approvati sei di cui solo tre entrati in vigore dopo i pareri delle commissioni parlamentari (dichiarazione dei redditi precompilata, commissione per la riforma catastale e riassetto delle accise).Così, dopo i vari rinvii, domani il Consiglio dei Ministri approverà gli ultimi provvedimenti che poi dovranno passare per le Commissioni Parlamentari competenti e infine tornare a Palazzo Chigi prima della promulgazione dei decreti. Renzi vuole accelerare ma rischia di ritrovarsi con un Parlamento impantanato tra riforma della scuola, del Senato, della Rai e unioni civili.
I decreti
Sanzioni tributarie. E’ in assoluto il decreto più discusso. Dopo l’approvazione nel Consiglio dei Ministri pre natalizio, il governo aveva fatto un passo indietro dopo la scoperta della “salva-Berlusconi”, una norma inserita da una “manina” ancora ignota che all’articolo 19-bis recita: non si viene più puniti (dal punto di vista penale) se Iva o imposte evase “non sono superiori al 3% rispettivamente dell’imposta sul valore aggiunto o dell’imponibile dichiarato”. Se la norma venisse approvata così com’è, secondo molti giuristi il reato di frode salterebbe sotto una certa soglia imponendo solo un illecito amministrativo salvando proprio l’ex Cavaliere –condannato a 4 anni per frode fiscale – in quanto norma retroattiva. Giuridicamente si parlerebbe di “incidente di esecuzione”: Berlusconi dovrebbe interpellare il tribunale che, a sua volta, sarebbe costretto a far decadere la condanna. E con essa, l’interdizione dai pubblici uffici. Domani la norma arriva a Palazzo Chigi: le prime indiscrezioni sembrano presumere la rimozione della frode come reato compreso tra quelli a cui si applica la soglia che, per quanto riguarda l’Iva elusa, salirebbe da 50mila a 150mila euro.
Il catasto. Ci saranno le solite linee guida. L’obiettivo però è di quelli ambiziosi: rivedere le rendite catastali per 62 milioni di immobili entro i prossimi 5 anni. La svolta storica si avrà però sull’unità di misura: gli immobili saranno valutati non più in vani ma in metri quadrati. Probabile infine la risoluzione del pasticcio sugli “imbullonati”, quei macchinari fissati al pavimento per cui gli imprenditori si trovano tutt’oggi a pagare più tasse rispetto al dovuto.
Il gioco d’azzardo. Con il decreto sulle sanzioni penali e amministrative, è il più discusso. Difficile che domani si arrivi ad una soluzione definitiva viste le tante resistenze delle varie lobby: le imprese del settore, infatti, sono contrarie a che la gestione delle varie sale da gioco venga lasciata esclusivamente agli enti locali. Se fosse così, come riportato stamani dal Corriere della Sera, queste imprese potrebbero subire danni per 7 miliardi di euro.
Sugli ultimi 4 decreti, invece, c’è ancora tanta incertezza.
Evasione fiscale. Dovrebbe essere istituito un fondo in cui ricadrebbe l’ammontare delle imposte non pagate dai contribuenti infedeli per sostenere misure di sostegno economico.
Contenzioso. E’attesa una semplificazione sul tema: sarebbero abolite alcune violazioni minori del contribuente.
Reddito d’impresa. Sarà istituito l’interpello tramite cui imprese e cittadini potranno rivolgersi al fisco per la corretta interpretazione delle norme.
Giacomo Salvini